Vogliamo il turismo? Iniziamo ad amarci ed a costruire un racconto diverso della nostra città

BRINDISI – “La sensazione è che i brindisini amino la loro terra ma non ne riconoscano le qualità distintive. Questa è una città che ha subito per troppi anni narrazioni esogene, che la identificavano con l’industria e con il porto: quello che manca, però, è il racconto del territorio, dei suoi costumi, della sua identità, delle sue peculiarità. Se solo i brindisini si amassero di più, risulterebbero certamente più attrattivi”.

In queste parole proferite dal Prof. Fabio Pollice, Direttore del Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo dell’Università del Salento, è racchiusa la motivazione per la quale Brindisi risulta la cenerentola della Puglia in tema di accoglienza turistica e di valorizzazione dei beni monumentali e paesaggistici.

Un concetto lineare, quasi banale, che molti brindisini fanno ancora fatica a comprendere e metabolizzare: sarà per la forte litigiosità strisciante nella comunità, sarà perché non conosciamo a dovere la nostra città, sarà perché abbiamo supinamente accettato il racconto che altri hanno dispoticamente ed artatamente divulgato sul nostro conto, fatto sta che i brindisini non sono riusciti nel corso degli ultimi decenni ad organizzare una narrazione condivisa ed accattivante della loro città, che mettesse al centro le sue reali peculiarità.

Il Professore, chiamato a relazionare al tavolo da Anna Cinti, Presidente dell’Associazione Le Colonne ed affidataria del servizio di accoglienza turistica, ha passato in rassegna tutte le motivazioni sottese all’incompleto processo di narrazione determinatosi a Brindisi, inserendo tra le cause principali anche quelle esogene, quali la catalogazione di Brindisi, da parte della Regione, come città industriale e portuale, a differenza di Lecce, considerata polo culturale e turistico. Questo pericoloso meccanismo, nella nostra città, non ha incontrato resistenze, o meglio, non ha incontrato adeguati contrappesi identitari. Tutto ciò ha condotto ad un inaridimento del tessuto sociale cittadino, ad un corto circuito che ha portato ad incanalare le energie – che pure ci sono – verso questioni sterili o addirittura nocive.

Come fare, allora, ad invertire la rotta ed a costruire da zero un racconto del territorio che possa risultare efficace? Intanto prendendo consapevolezza di quello che siamo e di quello che abbiamo a disposizione, che è tanto. Per tale ragione è importante il lavoro impostato dal progetto PAST (guidato dall’Associazione Le Colonne), che sta coinvolgendo in maniera capillare le scuole del territorio, così da costruire un forte senso identitario nei brindisini del futuro. Come spiegato dal Prof. Pollice, infatti, i turisti amano i posti che si sanno raccontare e ne amano anche i difetti: pertanto, istruire i ragazzi a prendere coscienza delle peculiarità positive della città ed a diffonderle, rappresenta la pietra angolare per una Brindisi migliore, più attrattiva, finalmente turistica.

Al contempo, oltre al coinvolgimento della cittadinanza si sta puntando alla massima pubblicizzazione dei punti d’interesse della città, e ciò attraverso la predisposizione di una segnaletica puntuale ed efficace, che possa sortire un duplice effetto: il primo, semplificare il compito al turista; il secondo, forse più importante, raccontare ai brindisini il patrimonio di cui – spesso – inconsapevolmente dispongono. Rimarcare visivamente la presenza di un monumento permette infatti di aumentare la conoscenza e la presa di coscienza, e di conseguenza costituisce la base per un racconto diffuso e consapevole delle risorse esistenti.

Come sottolineato dal Professore, i nostri territori, anche a causa delle difficoltà sociali ed economiche, stanno vivendo una fase di bottom up, ovvero di grande spinta e fermento sociale: ecco, a Lecce più che a Brindisi tale condizione è stata incanalata nella giusta maniera. La nostra comunità, infatti, sconta un retaggio per il quale i cittadini si interessano alle tematiche cittadine, ma lo fanno in maniera disfunzionale, ovvero non costruttiva: quando i brindisini impareranno a canalizzare nel modo corretto la loro voglia di rivalsa, questa città traguarderà i risultati che le competono. E quelli visti in questi mesi sono solo i primi germogli.

Andrea Pezzuto

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