VITAMINA D: Covid19 e non, quando serve integrarla? – della dr.ssa Emanuela Giannuzzo

La vitamina D è molto conosciuta per gli effetti esercitati sull’osso e, in particolare, nell’ambito della prevenzione e della terapia della osteoporosi. Studi recenti, hanno dimostrato che esercita anche un’azione antinfiammatoria ed immunostimolante e protettiva verso la insorgenza di ipertensione arteriosa, diabete mellito, cancro ed altre patologie.
La parte prevalente di vitamina D circolante deriva dalla sua produzione nella cute e non dall’alimentazione. Pertanto, se è importante avere un adeguato livello di assunzione di alimenti che hanno un maggiore contenuto di vitamina D, come il pesce (in particolare sgombro, anguilla, salmone, tonno, aringhe, sardine) ed i derivati del latte, è ancora più importante esporsi al sole. Se i livelli di vitamina D sono bassi, è necessaria la integrazione di vitamina D sotto forma di farmaco . Infatti, se i livelli di vitamina D rimangono a lungo bassi, si riduce la forza muscolare ed aumenta il rischio di cadere, sviluppare l’osteoporosi, presentare fratture ossee e sviluppare ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, diabete mellito e cancro.
La nota AIFA che limita la prescrizione da parte del medico di famiglia dei farmaci a base di vitamina D, è la 96. Secondo questa nota, tali farmaci sono prescrivibili a:
1) Donne in gravidanza o in allattamento
2) Persone affette da osteoporosi da qualsiasi causa o osteopatie accertate non candidate a terapia remineralizzante
3) Persone con livelli sierici di 25OHD < 20 ng/mL e sintomi attribuibili a ipovitaminosi (astenia, mialgie, dolori diffusi o localizzati, frequenti cadute immotivate)
4) Persone con diagnosi di iperparatiroidismo secondario a ipovitaminosi D
5) Malattie e terapie che possono causare malassorbimento nell’adulto
In questi giorni, si sente parlare del ruolo della vitamina D nella prevenzione e nel trattamento della cascata infiammatoria che si ha nella malattia da Covid19. In riferimento all’influenza di corretti livelli di vitamina D sul buon funzionamento del sistma immunitario, è sicuramente corretto ipotizzare di poter fare prevenzione anche garantendo, con l’alimentazione e l’integrazione, un buon apporto di Vitamina D alla popolazione che sia carente. E’ stata inoltre, ipotizzata una terapia farmacologica di supporto, con vitamina D al fine di contrastare la “tempesta infiammatoria” indotta dal Covid 19 . Ciò, sulla base di evidenze che farebbero supporre questa azione. Del resto, recentissime sperimentazioni smentiscono questa ipotesi. Per cui , è consigliabile assumere regolarmente e sotto controllo medico dosi integrative di Vitamina D che rafforzino il nostro sistema immunitario, così come di vitamina C, vitamina E, omega 3 ed in genere di antiossidanti .Senza necessità di ricorrere al farmaco, esistono integratori validi che contengano queste sostanze. Inoltre sole ( anche dalla finestra o balcone) ed alimentazione aiutano.

 

 

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