E così, per il Governatore Emiliano, Brindisi risulterebbe essere la scelta naturale per l’arrivo dello snodo della TAP che dovrebbe portare in Europa il gas proveniente dall’Asia. Lo dice candidamente egli stesso in una intervista su cui non abbiamo voluto intervenire subito, attendendo invano un ridimensionamento delle parole proferite in quella occasione di una decina di giorni addietro, parole che hanno ferito il nostro orgoglio, la nostra “brindisinità”, non tanto per le motivazioni tecniche addotte per spiegare il principio secondo cui, appunto, altre soluzioni oltre a Brindisi non ci sarebbero, quanto invece per la rassegnazione richiesta ai brindisini stessi nel dover accettare supinamente la decisione.
La nostra riflessione, infatti, vuole prescindere da quella che sarà la decisone finale in merito, che siamo sicuri non tarderà ad arrivare, come una spada di Damocle sulla testa dei pugliesi, ma vuole invece portare l’attenzione sulla considerazione che il Governatore Emiliano ha di Brindisi e dei suoi abitanti.
Melendugno, o comunque il sud Salento sarebbe, a parere di Emiliano, una destinazione non auspicabile in quanto si andrebbe a deturpare un territorio che fa del turismo una delle sue risorse fondamentali, facendo quindi intendere che Brindisi può anche rassegnarsi alla sua natura di “città industriale”, asserendo che non ha intenzione di prendere in giro i brindisini cercando di edulcorare la questione.
Già in queste affermazioni è insita invece la presa per i fondelli che Emiliano fa a noi ed al nostro territorio, forse dimenticando che Brindisi non è Taranto, con un polo industriale fortemente accentuato, ma, ahinoi, questo è anche vero, non è nemmeno Lecce, con le sue ambite e famose mete turistiche: dimostra quindi di non conoscere la storia ed il territorio, ignorando la situazione di ibridismo a cui anni di malgoverno hanno relegato la nostra terra. Una zona industriale che funziona a singhiozzo, con un grosso polo energetico, un discreto comparto aeronautico, ma a cui si affiancano solo piccole industrie che poco hanno per distinguersi da mere botteghe artigiane. Questa condizione, però, pur nella sua mediocrità, riesce tuttavia a bloccare un abbrivio di vocazione prettamente turistica, nonostante le molteplici bellezze naturali ed artistiche che il territorio offre.
Brindisi è una sirena, un centauro, metà polo industriale, metà destinazione turistica, che arranca nel cercare di brillare in una delle due specialità, ma senza riuscirci, relegata ad essere, per volontà politica regionale, né carne né pesce, con un porto oramai quasi morto, un aeroporto che si vorrebbe far morire, il tutto per un non palesato motivo, alla faccia del millantato amore per la nostra terra.
La nostra riflessione, infatti, vuole prescindere da quella che sarà la decisone finale in merito, che siamo sicuri non tarderà ad arrivare, come una spada di Damocle sulla testa dei pugliesi, ma vuole invece portare l’attenzione sulla considerazione che il Governatore Emiliano ha di Brindisi e dei suoi abitanti.
Melendugno, o comunque il sud Salento sarebbe, a parere di Emiliano, una destinazione non auspicabile in quanto si andrebbe a deturpare un territorio che fa del turismo una delle sue risorse fondamentali, facendo quindi intendere che Brindisi può anche rassegnarsi alla sua natura di “città industriale”, asserendo che non ha intenzione di prendere in giro i brindisini cercando di edulcorare la questione.
Già in queste affermazioni è insita invece la presa per i fondelli che Emiliano fa a noi ed al nostro territorio, forse dimenticando che Brindisi non è Taranto, con un polo industriale fortemente accentuato, ma, ahinoi, questo è anche vero, non è nemmeno Lecce, con le sue ambite e famose mete turistiche: dimostra quindi di non conoscere la storia ed il territorio, ignorando la situazione di ibridismo a cui anni di malgoverno hanno relegato la nostra terra. Una zona industriale che funziona a singhiozzo, con un grosso polo energetico, un discreto comparto aeronautico, ma a cui si affiancano solo piccole industrie che poco hanno per distinguersi da mere botteghe artigiane. Questa condizione, però, pur nella sua mediocrità, riesce tuttavia a bloccare un abbrivio di vocazione prettamente turistica, nonostante le molteplici bellezze naturali ed artistiche che il territorio offre.
Brindisi è una sirena, un centauro, metà polo industriale, metà destinazione turistica, che arranca nel cercare di brillare in una delle due specialità, ma senza riuscirci, relegata ad essere, per volontà politica regionale, né carne né pesce, con un porto oramai quasi morto, un aeroporto che si vorrebbe far morire, il tutto per un non palesato motivo, alla faccia del millantato amore per la nostra terra.
Leandro Occhilupo, Presidente Movimento +39
Simone Caputo, Vicepresidente Movimento +39
Inviato da smartphone Samsung Galaxy.