Sequestrati mille ricci di mare illegalmente pescati

BRINDISI – Nella mattinata di ieri (28 marzo) i militari della sezione Polizia Marittima della Guardia Costiera di Brindisi congiuntamente agli Agenti della Squadra Nautica della Polizia di Stato della Questura di Brindisi, nel corso di una specifica attività di tutela delle risorse ittiche e di contrasto della commercializzazione illegale di prodotto ittico, hanno effettuato il sequestro di circa 1.000 ricci di mare.

L’attività ha preso spunto da una circostanziata segnalazione pervenuta alla Sala operativa della Guardia Costiera. I militari si sono messi in contatto con la locale Questura, richiedendo l’intervento congiunto di personale della Squadra Nautica. In effetti, giunti sul posto della segnalazione, gli operanti si sono appostati ed osservato come l’attività di alcuni sub, intenti alla cattura del pregiato prodotto ittico, era svolta con l’appoggio di un’imbarcazione da diporto. Sul posto è stata quindi fatta convergere, allo scopo di consentire adeguato supporto via mare, la dipendente motovedetta di Polizia Marittima CP578.

La sinergica attività ha consentito di scoprire che si trattava di pescatori sportivi non professionali e non autorizzati.

Come previsto dal vigente decreto legislativo 4/2012 che disciplina la pesca, ai trasgressori è stata comminata una sanzione amministrativa, proporzionale al quantitativo di prodotto ittico prelevato e prevista nell’importo massimo fino a 12.000 €. In particolare, la cattura del riccio è stata fatta in violazione del decreto ministeriale del 12 gennaio 1995 che regolamenta la disciplina della pesca del riccio di mare.

Il riccio di mare, il cui nome scientifico è paracentrotus lividus, è un organismo vivente marino che purtroppo continua ad essere sottoposto ad un continuo ed indiscriminato prelievo sia da parte dei pescatori professionali che da parte dei pescatori sportivi. Le normative prevedono il limite giornaliero di cattura di 50 esemplari per i pescatori sportivo-ricreativi, mentre i pescatori professionali autorizzati non possono catturare giornalmente più di mille esemplari.

I ricci, freschi ed ancora allo stato vitale, verosimilmente destinati ad alimentare il mercato illegale lungo strade del territorio comunale o presso esercizi di ristorazione, sono stati sottoposti a sequestro ed immediatamente rigettati in mare.

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