CONVERSANO – “Se in vista delle imminenti elezioni politiche attualmente esistono altre forze liberali, conservatrici, cristiane che, come noi,  sono  in grado di rendere più forte il centrodestra, di riequilibrare la coalizione e, soprattutto, in grado di assicurare un’autosufficienza politica, programmatica  e numerica (l’Italia, oggi, infatti, numeri alla mano, potrebbe essere governata solo dal centrodestra) mettiamole insieme! Così facendo daremo agli elettori un orientamento liberal-cristiano che possa sostenere efficacemente la coalizione”.

E’ questo uno dei primi passaggi delle dichiarazioni del senatore Gaetano Quagliariello, leader del movimento Idea, a margine della sua giornata pugliese che lo ha visto presentare con notevole successo di pubblico a Conversano il suo ultimo libro, “Sereno è”, edito da Rubbettino.

Nel corso di un’intervista realizzata dall’emittente televisiva Canale 7, Quagliariello ha anche parlato del simbolo di “Noi con l’Italia” presentato a Roma:

“Cominciamo col dire che un partito in una notte non poteva essere fondato – ha spiegato – quindi ha prevalso l’idea di un accordo elettorale che vede insieme Fitto, l’Udc e noi di Idea, insieme ad altri amici. Per quanto riguarda le “scelte grafiche”, relative al simbolo, tutti – aggiunge il presidente di Idea – hanno fatto un passo indietro, limitando la rappresentazione ad un nome e ad un simbolo (la scritta Udc in chiaro è rimasta solo per motivi tecnici) che svolgono una sintesi tra innovazione e tradizione”.

Sul quello che potrebbe essere il risultato elettorale molto ottimista è apparso  il leader di “Identità e Azione” sul piano del riscontro di coalizione e su quello che riguarda il “Quarto Polo”:

“Sono certo che il centrodestra supererà il 40% e, nello specifico, “Noi con l’Italia” contribuirà decisamente valicando la soglia dello sbarramento al 3%. Inoltre in Puglia, grazie alle forze dell’onorevole Fitto e dell’Udc, sommate alla nostra, possiamo addirittura superare il 6%. Ma la cosa più importante – tiene a precisare Quagliariello – è che non serve solo raggiungere il 40% ma una vittoria di coalizione con più di dieci punti di vantaggio sulla seconda. Il meccanismo della scheda unica per il proporzionale e l’uninominale, infatti, nell’impossibilità del voto disgiunto, garantisce l’ottenimento di tutti i collegi uninominali e, di conseguenza, la coalizione   raggiunge abbondantemente il 50%”.

Il movimento dei “moderati arrabbiati dalla schiena dritta”  ha le idee chiare anche per quanto riguarda il ruolo di forza equilibratrice all’interno di un raggruppamento dove qualche aspetto non è proprio percepito all’unisono da F.I.,  Lega e F.d.I.: “è proprio questo il nostro ruolo” – ribadisce Quagliariello che, nel contempo, enuclea i 4 cardini del proprio programma elettorale:

“1) difendere i risparmiatori vittime di situazioni bancarie a dir poco inquietanti; 2) occuparsi della indifferibile ricostruzione delle zone terremotate; 3) lavorare a leggi speciali per il Mezzogiorno, necessarie per scongiurare un inevitabile quanto pericoloso rischio di un’economia a due velocità; 4) sostenere le battaglie per l’emergenza antropologica in cui viviamo: dalla convinzione che i matrimoni debbano ancora celebrarsi tra uomo e donna, che i bambini abbiano dritto ad un papà e ad una mamma di sesso diverso, che sul fine vita non si costringa il medico a trasformarsi in un burocrate ma che lo si metta in condizione di prediligere la vita…”.

Anche se il vero e proprio tratto ispiratore di ogni ipotesi di riforma per il Quarto Polo è il principio della copertura economica di ogni provvedimento. “Non è possibile infatti – ribadisce Quagliariello –  continuare a proporre novità che generano un costo da imputare alla fiscalità generale. Non si può dare un vantaggio al cittadino con una mano per poi pretenderne la restituzione con l’altra”.

Altro tema caldo della campagna elettorale, anche all’interno dello stesso centrodestra, è certamente quello delle pensioni e del destino della legge Fornero, anche qui Quagliariello va dritto al punto: “Tra le cose da rivedere una è particolarmente intollerabile e riguarda le donne. Se gli uomini, grazie ai contributi, possono anche non raggiungere la soglia dei 67 anni, per le donne la cosa si rivela decisamente improbabile. Si può rivedere la cosa con il ricorso a dei tagli di spesa improduttiva da definire ovviamente prima e con precisione”.

Infine, sulla spinosa questione degli stipendi d’oro dei dipendenti di Camera e Senato, Quagliariello conferma l’esistenza di situazioni effettivamente fuori controllo e ricorda nel contempo che accanto a quelle brutture esistono anche i casi di alcuni rappresentanti del popolo che facendo con serietà il proprio lavoro finiscono addirittura per rimetterci di tasca propria.

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