Rigeneriamo le città, generiamo il futuro” fu il titolo di un convegno a cui partecipai nel marzo 2013, l’Assessorato alla qualità del territorio aprì la strada alle nuove politiche del governo regionale pugliese in risposta alla necessità di riqualificare parti di città, di grande valore ambientale e culturale, che versavano, e purtroppo versano ancora, in condizioni di degrado e abbandono, e per restituire un ambiente di vita dignitoso a famiglie che abitavano in periferie prive di infrastrutture e servizi.

L’idea di rinascita, di risveglio, di rinnovamento, ci si augurava che potesse investire le città in modo più profondo e durevole, interessare e coinvolgere i cittadini inducendoli a riappropriarsi dei propri spazi e a prendersene cura.

Necessitava allora, ed ora ancor di più, stimolare una rinascita culturale, uno sviluppo economico nuovo e politiche più incisive per l’inclusione sociale.

I progetti che riguardano la città non devono essere elaborati nel chiuso di studi professionali, calati dall’alto in contesti che gli autori conoscono solo superficialmente e non rispondono a concreti bisogni e domande sociali.

Allora emerse la necessità di darsi degli obiettivi chiari, tra i tanti, tre risultarono prioritari:

  • La partecipazione sociale, gli abitanti, in quanto profondi conoscitori dei propri ambienti di vita, lavoro e ricreazione, svolgono un ruolo attivo nella rigenerazione, valorizzando le qualità peculiari dei luoghi, contribuendo con le proprie competenze alla redazione dei progetti per poi prendersi cura degli spazi riqualificati
  • L’integrazione degli interventi, non solo fra operatori pubblici e privati, fra destinazioni residenziali, terziarie e di servizio, fra classi sociali, per favorire la mescolanza di funzioni e popolazioni urbane, ma anche fra dimensione fisica ed economica per rompere il circolo vizioso fra degrado fisico e disagio sociale
  • Il riconoscimento ambientale, mediante l’adozione di criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella esecuzione delle opere edilizie, la previsione di infrastrutture ecologiche, il recupero di aree permeabili

Insieme a questi obiettivi risultò necessario individuare i luoghi della rigenerazione, quelli che avevano, ed hanno  ancora, più bisogno delle nostre cure:

  • I contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi
  • I contesti urbani storici interessati da degrado e abbandono
  • Edifici e spazi aperti degradati
  • Aree ed edifici dismessi

A Brindisi, dai primi incontri tematici tenuti nel movimento Articolo 1, si è stilato il primo elenco di quei luoghi.

Riteniamo che tutto questo è necessario non solo per migliorare la qualità della vita di chi vi abita ma anche per attrarre nuove popolazioni, funzioni ed attività, generando così nuove reti di risorse culturali ed economiche.

Nel quartiere Paradiso, ad esempio, alcuni cittadini propongono la realizzazione di studi professionali nei locali di proprietà demaniale da concedere gratuitamente o a canoni agevolati a giovani professionisti, nel quartiere Perrino, un altro esempio, si propone di rilevare ed affidarle ad associazioni no profit, d’accordo con le aziende del Petrolchimico, le aree verdi in stato di abbandono, quelle del dopolavoro e delle palazzine riservate ai dipendenti Montecatini.

Sono solo due piccoli esempi che giungono dagli incontri di quartiere che capillarmente stiamo realizzando con i tanti che stanno aderendo al movimento.

I progetti di rigenerazione devono intensificare azioni di politiche relative ai beni culturali, mobilità sostenibile, paesaggio, recupero delle aree verdi e difesa delle risorse arboree, politiche giovanili e turismo.

Sono passati quattro anni e molti consiglieri regionali non ricordano gli impegni presi in quel convegno, il nostro movimento è partito da quelle opportunità della programmazione 2007-2013, irrisoriamente utilizzate a Brindisi, per assenza e carenza di idee e progetti, ma soprattutto di una benché minima rilevazione dei fabbisogni dei quartiere, imprescindibile per ogni tipo di progettazione.

Ci stiamo “immergendo” nei quartieri periferici  e stiamo ascoltando decine di cittadini, stiamo  registrando i bisogni, le idee e le proposte, stimolando gli stessi a scrivere i progetti per avere quartieri migliori.

Stiamo iniziando dai quartieri più degradati, dove gli interventi non sono più rinviabili, partiamo dai bisogni degli “ultimi”, di quelli che non hanno più forza e voglia di reagire, assuefatti dall’assenza e dall’incapacità della politica.

Per farlo abbiamo deciso di elaborare, con l’impegno volontario di progettisti vicini al movimento, un format che metteremo a disposizione del cittadino che renderà facile ed appassionante offrire il contributo al cambiamento, che ci auguriamo possa generare nuove giovani forze che, allo stato dei fatti, per costruirsi un futuro, hanno già deciso di andarsene dalla loro città.

Tutti coloro che vorranno iniziare a scrivere la bozza di un primo progetto da proporre per il proprio quartiere potranno raggiungerci in sede per avere informazioni ulteriori su come approntali.

Ognuno potrà contribuire personalmente, da solo o in gruppo, ad immaginare, progettare e realizzare il futuro di Brindisi, quello dei propri figli e nipoti.

TEODORO PISCOPIELLO

Coordinamento Cittadino Art.1 MDP Brindisi

 

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