Oggi approfondiamo la blefaroplastica, senza tagli e suture.

Troppe volte, guardandoci allo specchio, sospiriamo davanti a quella antiestetica  e fastidiosa “caduta delle palpebre”, a cui tutti siamo soggetti con l’avanzare dell’età e che molte volte può arrivare a causare disturbi visivi e funzionali.

Fino a qualche anno fa, l’unica soluzione al problema era intervenire chirurgicamente, con tutti i disagi, rischi ed effetti collaterali. Fortunatamente la scienza e il progresso della medicina estetica ha sviluppato nuove tecnologie innovative.

Oggi si parla di Chirurgia non Ablativa, tecnica che permette di semplificare  gli interventi di chirurgia tradizionale,  sia in campo dermatologico sia in campo medico estetico operando senza incidere  i tessuti e senza ricorrere a iniezioni di anestetico o a punti di sutura.

La chirurgia non ablativa, concepita nel  1974, ora sta diventando sempre più diffusa vista la molteplicità di applicazioni possibili. Questa metodica con dei piccolissimi puntini di ”sublimazione” è in grado di accorciare la cute  in eccesso, oppure eliminare neoformazioni cutanee, senza ricorrere al bisturi.

E’ una tecnica indolore e priva di sanguinamento, che permette di evitare  tutti i rischi connessi ad  un intervento chirurgico tradizionale.

Una delle tante indicazioni è la  blefaroplastica non ablativa (per togliere la cute in eccesso  sulle palpebre, superiori e/o inferiori, che può addirittura dare disturbi visivi)

La blefaroplastica è uno degli interventi più richiesti sia per ragioni estetiche sia per ragioni funzionali.

L’assenza di effetti indesiderati e l’estrema sicurezza del trattamento effettuato da mani esperte, hanno contribuito al grande successo della Blefaroplastica non Ablativa che negli ultimi anni è stata scelta come metodica preferendola alla blefaroplastica chirurgica tradizionale. Con questa tecnica di Chirurgia non Ablativa non si hanno ematomi, “orecchie di cane” (eccessi di cute che residuano lateralmente alla sutura), asimmetrie, sguardi “spiritati” o peggio il tanto temuto lagoftalmo (incompleta chiusura della rima palpebrale).

Con la Blefaroplastica non ablativa, praticata secondo certe linee guida imprescindibili, la cute in eccesso sulla palpebra non viene tagliata e asportata, come nell’intervento tradizionale,  ma fatta accorciare riportandola allo spessore originario semplicemente facendo sublimare  le cellule morte dello strato corneo superficiale. Per sublimazione si intende il passaggio diretto dallo stato solido a quello gassoso o aeriforme.

La metodica prevede l’utilizzo di una apparecchiatura medicale brevettata (marchio registrato denominato PLEXR ® ) che attraverso manipoli specifici per la zona da trattare, è  in grado di far sublimare lo strato corneo superficiale concentrando il microplasma: in questo modo si ottengono risultati altrimenti impossibili con altre tecniche. In corrispondenza dei punti di sublimazione si formano micro crosticine che autonomamente cadono nei giorni successivi alla seduta. Se la parte da trattare è particolarmente estesa si potrebbe avere un edema che comparirà il giorno dopo e che potrebbe durare circa due giorni. Per evitare questa evenienza, tutto sommato trascurabile rispetto ai vantaggi, si può effettuare  il trattamento in due o più sedute.

Dott.ssa Emanuela Giannuzzo

Laureata in medicina e chirurgia

Specializzata in Medicina estetica e Nutrizione Clinica

Medico abilitato alla Professione di Medico di Medicina Generale

Medico abilitato alla urgenza ed Emergenza territoriale

 

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