Quanto espresso dal PRI – nonostante la visione del mondo e il percorso formativo ci distinguano profondamente – rappresenta un importante segnale di riscoperta della politica nel suo aspetto più autentico, quindi di servizio per il bene comune e di rispetto delle regole. Il metodo e la forma alla fine si traducono sempre in sostanza, soprattutto quando invitano ad un pubblico confronto.
Innanzitutto sia benvenuto un linguaggio, come quello del PRI, che non è superficiale e pateticamente antipolitico come registrato dal 2013 ad oggi senza che alla virulenza del linguaggio antipolitico abbia fatto seguito alcuna rivoluzione reale del sistema. Ben vengano, poi, delle proposte concrete, dense di progettualità, come quelle formulate dal PRI sul presente e sul futuro di Brindisi. Tutte condivisibili, al più perfezionabili con una partecipazione più ampia. Interessante è apparso anche l’approccio al fenomeno migratorio che non è stato quello della mera accoglienza senza se e senza ma, bensì quello del realismo e della concreta interrelazione tra immigrati e popolazione autoctona. Infatti, se non devono esistere pregiudizi verso i migranti altrettanto non ne devono esistere nei confronti di chi solleva problemi sull’accoglienza. Infine a tutte le forze politiche intervenute va rivolto un invito: invocare i “moderati” e il “moderatismo” come categorie politiche, se non addirittura come ideologia politicamente corretta, oggi appare non solo privo di senso e di attualità, ma rischia di sortire l’effetto contrario così come accaduto nelle recenti elezioni tedesche. Pertanto, bando agli stereotipi, ai pregiudizi e largo piuttosto a soluzioni concrete che sappiano interpretare le esigenze dei cittadini. Non esiste alcun populismo. Il populismo è solo una invenzione della sinistra che non riesce a leggere i reali bisogni del popolo e tenta quindi di reprimerli forzosamente. Andare “oltre i moderati” (concetto ormai vuoto ed obsoleto), andare “oltre i dogmi di una pseudodemocrazia più ideologica che reale”, questo si, questo sia il percorso da seguire se si vuole far rinascere Brindisi e anche l’Italia”.

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