BRINDISI –  La Regione Puglia nel 2014 approvò la proposta progettuale del Comune di Brindisi denominata “Brindisi Smart Lab” anche conosciuta come Hub dell’Innovazione e della Conoscenza, finanziando tale progetto con quasi 1,5 milioni di euro.

L’amministrazione comunale dell’epoca individuò Palazzo Guerrieri come sede dell’Hub dell’Innovazione e con grande enfasi inaugurò nel febbraio del 2015 con una riunione le attività dell’incubatore. Successivamente fu bandito un concorso per la selezione di un Project Manager che vide vincitore nel maggio del 2015 il Dott. Angelo Colucci, incarico durato circa sei mesi fino a quando le attività del progetto furono sospese.

“Peccato – si legge nella nota dei consigliere comunali Riccardo Rossi e Giuseppe Cellie di Brindisi Bene Comune e Sinistra per Brindisi – che da quell’inaugurazione quindi nessuna attività concreta per i cittadini, le scuole e le imprese sia stata mai realizzata. Sono stati spesi fiumi di denaro per acquisire computer, stampanti 3d, strumentazione avanzata che giace però inutilizzata. Tutti possono infatti accertarsi, recandosi a Palazzo Guerrieri, che la sede è chiusa nonostante i cartelli apposti all’ingresso dell’edificio che segnalano lì la presenza dell’Hub della Conoscenza. Ma arriviamo al 27 luglio del 2016 quando con l’arrivo della nuova amministrazione con una determina dirigenziale e non con una delibera di giunta si decise di bandire nuovamente un concorso da Project Manager prevedendo per il professionista vincitore del concorso una retribuzione di 4000 euro al mese escluso IVA. Ma qui la vicenda si complica perché il bando varato dal comune prevedeva tra i requisiti richiesti, pena l’esclusione, il possesso di documentate esperienze di Project Manager o la certificazione di Project Manager, la PMP, rilasciata da vari soggetti tra cui il Project Management Institute, una organizzazione privata con sede negli Stati Uniti, assegnando ben 25 punti su 100 per questo certificato. L’ing. Brugnola, ex consulente ASI, vinse il concorso proprio in base a questa certificazione di PMP rilasciata dal Project Manager Institute che gli fornì i 25 punti necessari per superare l’altro candidato al concorso. Ma noi ci chiediamo se è possibile attribuire un punteggio per certificazioni che non hanno alcun valore legale. Per rispondere a questa domanda è utile rileggere una sentenza del Tar Lazio del 2011 che proprio su un caso simile, un concorso in cui si chiedeva come requisito indispensabile per la partecipazione la certificazione PMP dell’istituto americano, si è espresso affermando che solo l’Accredia è l’organismo italiano riconosciuto per l’ accreditamento e le certificazioni e quindi non ricomprende tra gli organismi riconosciuti né il Project Manager Institute né riconosce il titolo PMP ( tra quelli richiesti dal Comune di Brindisi ). In base a ciò, continua il Tar del Lazio, emerge che la richiesta di Project Manager titolare di qualifica PMP non risponde a nessun obiettivo meritevole di tutela in quanto non ha alcun valore legale e non è riconosciuta dall’organismo legittimato dall’ordinamento italiano a svolgere tale compito (Accredia). Quindi ci chiediamo ma come è possibile che il Comune di Brindisi bandisce un concorso in cui ben 25 punti possono essere assegnati su una certificazione che non ha alcun valore legale e cosa inquietante che era effettivamente posseduta da uno dei candidati poi risultato vincitore. Anche perché nel precedente concorso del 2015 per la stessa posizione di Project Manager per la stessa struttura l’Hub della Conoscenza tale requisito non era previsto. Chi ha quindi disposto che nel nuovo bando ci dovesse essere questo requisito? Tutte domande che necessitano di risposte. Noi intanto segnaleremo tale vicenda concorsuale con il bando relativo all’Anac, l’Autorità anticorruzione per avere un parere su tale vicenda”.

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