Omicidio Irene Margherito: mercoledì l’autopsia. Intanto emergono nuovi particolari su movente e dinamica

Dovrebbe svolgersi mercoledì prossimo l’autopsia sul corpo della 47enne brindisina Irene Margherito, uccisa il 26 maggio scorso con un colpo di pistola dal cognato Adamo Sardella. Intanto, emergono nuovi particolari sia sulla dinamica dell’omicidio che sul movente. La tragedia è avvenuta sulla complanare della Statale 7 Brindisi-Mesagne, immortalata dalle telecamere di videosorveglianza di un’azienda vicina: si vede Sardella arrivare in auto con il figlio della vittima e avvicinarsi alla Nissan, dove si trovano Irene e il suo compagno, Franco Acquaviva. Sardella spara tre colpi di pistola: uno che colpisce alla testa la donna e due nell’abitacolo che vanno a vuoto. L’obiettivo pare fosse di uccidere entrambi. Il delitto è l’ultimo episodio di una faida familiare durata 35 anni. Irene era sposata con il fratello di Sardella, che a sua volta aveva sposato la sorella di Irene. Morto il marito della vittima, i conflitti si inaspriscono per la nuova relazione di Irene con Acquaviva. La scintilla finale, una frase di Acquaviva al figlio di Irene: “Ti do le mazzate che non ti ha dato tuo padre”. Sardella è in carcere, accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, mentre Acquaviva è indagato per il possesso di una katana usata per ferire Sardella. Dai video emerge anche la presenza di una mazza da baseball, mai ritrovata. A breve sarà eseguita una perizia balistica sulla pistola: Sardella ha detto di aver colpito la cognata per errore, ma sarà l’autopsia a chiarire la traiettoria del proiettile. Dall’analisi dei cellulari sequestrati dalla Polizia a tutte le persone coinvolte, si spera, invece, di capire chi avesse fissato l’appuntamento, cosa sia stato detto prima dell’incontro e, forse, ottenere una ricostruzione chiara dei dissidi.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO