A Brindisi, la politica è in pieno fermento. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione dopo la proposta di una mozione di sfiducia al sindaco Marchionna
Alta tensione politica a Brindisi. Dopo la proposta di una mozione di sfiducia al sindaco Pino Marchionna da parte dell’opposizione, si infiamma lo scontro tra le forze politiche. Il nodo della discordia? Le pressioni per un possibile rimpasto di Giunta, il secondo a meno di un anno da quello del luglio 2024. Tutto è iniziato dopo un recente vertice del centrodestra, durante il quale Fratelli d’Italia ha chiesto il reintegro in giunta di Massimiliano Oggiano, ex vicesindaco escluso dall’esecutivo la scorsa estate. Parallelamente, anche la Casa dei Moderati ha chiesto il ritorno in giunta di Luciano Loiacono, altro assessore sacrificato nel rimpasto di luglio. Una mossa che ha innescato accuse da parte delle opposizioni: per loro, il centrodestra è più concentrato sulle spartizioni politiche che sulla gestione delle emergenze cittadine. Da qui la mozione di sfiducia da parte di tutti e 12 i consiglieri. Ma per portare la discussione in consiglio ne servono almeno 13, pari ai 2/5 dell’assemblea. Per questo l’opposizione aveva lanciato un appello a quei membri della maggioranza che non condividono la gestione attuale. Ma a stretto giro, è arrivata la risposta del centro destra. In una nota firmata da 19 consiglieri, si accusa l’opposizione di voler solo portare Brindisi sotto la gestione commissariale delegittimando l’amministrazione. Ma l’opposizione non molla e ribadisce: il centrodestra è paralizzato da continui scontri interni e la città ne paga il prezzo, tanto che – si legge nella nota – “l’attestazione di fiducia al sindaco, anziché essere solida e incondizionata, è frutto di una lunga trattativa e di veti incrociati”. Una guerra politica fatta di accuse e botta e risposta. E mentre il dibattito si infiamma, ci si chiede chi si occuperà, concretamente, dei problemi di Brindisi.