BRINDISI – Presente anche Loredana Capone, che ha esordito parlando del comparto industriale, ricordando che ci sono anche delle eccellenze nel territorio brindisino, come testimoniano i 60 mln di euro investiti dalle imprese dell’aerospazio, i 50 mln investiti da Jindal e gli 8 di Sanofi nella chimica. L’assessore regionale ha poi lanciato una stoccata all’ad di Leonardo, Moretti – o chi per lui, dato che si parla di un’imminente staffetta con Profumo -, che non può pensare di investire in Puglia come fa in Polonia, e che non può creare i pressuposti per un regime di mono-committenza delle aziende dell’indotto, salvo poi d’embleè tagliare fuori dalle commesse le aziende che lavorano per il 70% con Leonardo.




La Capone ha poi fornito uno spunto di riflessione sulle differenze in campo turistico che dividono Brindisi da Lecce. L’assessore regionale ha parlato di Brindisi come una città dalle grandi potenzialità, che però non ha mai saputo sviluppare appieno: il porto, infatti, ha un piano regolatore fermo al ’75 e non sfrutta come dovrebbe le aree retroportuali. L’aeroporto, invece, ha fatto registrare l’incremento maggiore di arrivi dall’estero in ambito nazionale (+16%), e nell’anno corrente vedrà l’introduzione di ulteriori collegamenti con altre città europee, fugando così il campo da sospetti sull’eccessivo ‘baricentricentismo’ regionale. La Capone ha poi invitato i presenti a chiedersi come mai i turisti arrivino a Brindisi ma scelgano il territorio di Lecce come meta turistica: indicatore della scarsa capacità ricettiva della città, secondo l’assessore regionale, è dato dall’andamento dei bandi sui servizi turistici, ai quali accedono in massa operatori ed imprenditori leccesi, mentre quelli brindisini latitano, con ciò lasciando trasparire una scarsa cultura turistica ed una incapacità di intercettare le opportunità generate dall’ondata di turismo nel Salento.

La chiusura del suo intervento è stata riservata alla battaglia regionale sulla decarbonizzazione, che deve portare ad incrementare ulteriormente il già lusinghiero dato sulla produzione di energia pugliese, la quale deriva per oltre il 50% da fonti rinnovabili.

Andrea Pezzuto




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