L’Ordine degli Architetti traccia le linee guida di un nuovo approccio

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Ordine degli architetti.

Questo Ordine vuole riaffermare, anche allo scopo di sottoscrivere appositi accordi e protocolli, il proprio impegno al fine di concretizzare un rapporto di fattiva collaborazione fra professione e pubblica amministrazione, confrontandosi sulla complessa materia del governo del territorio, dei beni culturali e del paesaggio, dell’edilizia e dei lavori pubblici ed avviando un processo virtuoso, al fine di identificare e di risolvere problemi interpretativi di carattere generale, di norme e di regole per garantire qualità e correttezza degli interventi, efficacia e chiarezza delle procedure, certezza dei tempi e delle norme. Nella logica dell’ottenimento di un’azione pubblica tesa alla massima efficacia ed alla qualità del risultato in fase di affidamento di opere pubbliche, promuovendo concretamente la centralità del progetto e la qualità delle prestazioni professionali, è fondamentale che la collaborazione tra Amministrazioni comunali e l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Brindisi, come con gli altri Ordini interessati, a partire da quello degli Ingegneri, come con le categorie imprenditoriali, a partire dall’ANCE, si attenga al recepimento delle direttive comunitarie e al nuovo Codice degli Appalti, interpretando il quadro normativo vigente in modo da premiare la qualità delle prestazioni professionali e di garantire la più ampia apertura del mercato dei lavori pubblici ai giovani professionisti ed ai titolari di strutture professionali medio piccole. In particolare, tali obiettivi possono essere raggiunti, nell’ambito degli affidamenti di Servizi di Architettura e di Ingegneria, puntando a: 1. Valutare i curricula nell’arco dell’intera carriera professionale, evitando di richiedere, quale requisito per l’accesso alle gare, lo svolgimento di prestazioni professionali svolte in un arco di tempo limitato; ciò al fine di scongiurare il rischio che il mercato rimanga chiuso solo agli operatori economici che hanno avuto l’opportunità di lavorare negli ultimi anni. 2. Rilanciare la procedura concorsuale, quale parametro di qualità e strumento per acquisire il migliore progetto in relazione alle diverse esigenze del contesto e per individuare il professionista cui affidare la redazione dei successivi livelli di progettazione, , alimentando i principi di trasparenza, pari opportunità, libera concorrenza e riconoscimento del merito, qualità degli interventi. L’individuazione delle opere pubbliche soggette a procedure concorsuali dovrà essere definita annualmente nell’ambito del Piano Triennale e dell’aggiornamento annuale delle opere pubbliche. L’Ordine mette a disposizione le proprie competenze e le proprie professionalità nelle scelte da effettuare per la riuscita delle procedure concorsuali e si impegna a fornire ed aggiornare un elenco di professionisti, con adeguata competenza, per far parte delle commissioni giudicatrici e a mettere a disposizione le proprie conoscenze per fornire informazioni utili per la ricerca di fondi europei e nazionali necessari all’attuazione dei concorsi, monitorando le diverse misure di finanziamento anche attraverso corsi e seminari di formazione. Al fine di finanziare l’affidamento degli incarichi, le Amministrazioni Comunali potrebbero utilizzare fondi di rotazione di dimensione sovracomunale, come quello finanziato dalla Cassa depositi e prestiti, di cui alla L.N. n. 135/1997, o analoghi strumenti di finanziamento da parte dello stesso Comune, con proprie risorse derivanti da entrate diverse, quali, ad esempio, le tasse sulla casa o altre imposte comunali. Così si potrebbe concretamente implementare quel “cassetto” o “parco-progetti” necessario alla attivazione dei processi di utilizzo dei finanziamenti, mettendo in moto un mercato da troppo tempo asfittico e garantendo l’auspicata riqualificazione del territorio. 3. Promuovere la riserva ai pubblici dipendenti di attività di programmazione, verifica e controllo, con incentivo del 2%, nel processo esecutivo delle opere pubbliche, quali giuste e naturali conclusioni della definizione degli obiettivi e delle linee strategiche e programmatiche delle Amministrazioni e, contestualmente, favorire la riserva prioritaria ai liberi professionisti delle attività di progettazione, direzione lavori e collaudo delle opere, in considerazione della natura e della complessità delle prestazioni rese e della mole di incombenze e di responsabilità derivante dalla ordinaria amministrazione dei pubblici dipendenti. 4. Limitare drasticamente l’aggiudicazione degli appalti con il criterio del massimo ribasso, che ingenera l’introduzione di varianti in corso d’opera e determina risultati qualitativamente più bassi. 5. Affidare gli incarichi di importo stimato inferiore a € 40.000,00 in via diretta ad operatori economici inseriti nell’albo di fiducia della stazione appaltante, da aggiornare periodicamente. Avvertiamo, infine, l’esigenza di ribadire che tutte le politiche connesse ai servizi di architettura e di ingegneria devono essere improntate a regole basilari di programmazione, di strategie unitarie, di un’idea di città e del suo modello di sviluppo ben definiti, per evitare interventi non coerenti, dissonanti rispetto alle specificità dei luoghi e al corretto utilizzo delle risorse finanziarie, oltre che non fattibili dal punto di vista della sostenibilità ambientale.

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO