“Il sindaco da solo senza gli ambientalisti e la Regione davanti al Consiglio di Stato”

Appuntamento a Roma al Consiglio di Stato tra grandi assenti e nuove discutibili presenze. La sentenza del Tar Lecce n. 1225 del 15 luglio 2019 che ha dato ragione al Comune e al Ministero sulla realizzazione di opere infrastrutturali nel porto di Brindisi è stata impugnata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, quindi dall’Autorità Portuale di Brindisi.
Davanti ai giudici del Consiglio di Stato si discuterà la sospensione della sentenza che, al di là delle opere in se stesse (interventi in materia di security), ha tracciato delle importanti linee guida di carattere urbanistico e procedimentale rispetto a un settore e a degli spazi, quelli portuali, che sovente sembrano appartenere come a una zona franca da regole e prescrizioni chiare.
Tuttavia, nonostante l’importanza innegabile della sentenza, il Comune è rimasto solo, con l’ufficio legale costituito dagli avv.ti Emanuela Guarino e Monica Canepa, a difendere certi principi posti a salvaguardia del territorio e soprattutto della imparzialità e della trasparenza che dovrebbero caratterizzare ogni attività della pubblica amministrazione.
Purtroppo, lungo la strada che porta a Roma sono venuti meno – almeno per ora, che è comunque una fase delicata poiché la decisione cautelare in questa vicenda assumerà una notevole importanza- la Regione Puglia e il Comitato “No al Carbone” costituiti invece dinanzi al Tar Lecce.
Va pure rammentato che in relazione a questa storia c’è un procedimento penale curato dal PM dott. Raffaele Casto.
Brindisi è davvero una città sui generis: su tanti argomenti importanti si fa un gran baccano, ma ciò avviene solo all’inizio, poi tutto si affievolisce per trasformarsi in sterile indignazione dopo che ormai non c’è più nulla da fare. Sulla vicenda porto e in particolar modo intorno alla sentenza del Tar si sarebbe dovuto fare quadrato da parte di Enti e associazioni, specialmente quelle ambientaliste.
Invece, in giudizio è intervenuta l’Assoporti nazionale.
In ordine a tale intervento in ausilio all’Autorita’ Portuale locale sorgono dei dubbi sulla legittimazione ad agire per una questione così peculiare rispetto alla quale non è automatica l’estensione della sentenza impugnata a tutti i porti italiani.
Avv. Giacomo Massimo Ciullo, consigliere comunale

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