Il Movimento “A Sinistra” e la situazione politica italiana

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo integralmente nota a firma di Fortunato Sconosciuto del Movimento “A Sinistra” di Brindisi, relativo alla situazione politica nel Paese.

Una chiave di lettura per interpretare l’attuale quadro politico ed i suoi possibili sviluppi non può che essere il risultato del Referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, con eccessiva frettolosità archiviato. Un risultato che ha in parte bloccato un percorso di regressione accelerata della vita democratica del Paese, di cui è stato ultimo, ma pervicace protagonista l’ex governo Renzi, abile nello stesso tempo nell’assecondare i processi di frantumazione della vita sociale e nel favorire una torsione verticistico-gerarchica di Amministrazioni e servizi pubblici.

Il voto del Sud e dei giovani, in modo particolare, ha riproposto con forza l’urgenza di questioni politiche e sociali drammatiche: proprio per questo non poteva non determinare alcune reazioni che vanno configurando un quadro politico tuttora in movimento, dagli esiti per alcuni aspetti imprevedibili. Lo scenario, in via di scomposizione e probabile ricomposizione, sembra collegarsi ad alcuni elementi e nodi che riemergono nelle loro problematicità.

Il primo è costituito dal PD renziano dopo le ultime trionfanti primarie. Temiamo che si tratti di una guida e di un partito che, probabilmente, davanti alla sconfitta del Referendum, continuerà ad alzare un muro di gomma, nel rifiuto di fatto della sconfitta e di una risposta ad essa con una analisi approfondita e un conseguente cambiamento di linea e di contenuti politici. E potrebbe rafforzare il “Patto del Nazzareno”, nonché dispiegare un nuovo ventaglio di politiche neo-liberiste dopo quelle che hanno già impoverito il mondo del lavoro, larga parte del ceto medio, il sud e i giovani.

Un secondo elemento è costituito da un consenso sempre più consistente che, stando ai sondaggi, sembra conseguire il” Movimento 5 Stelle”, che va radicalizzando alcune forme di lotta politica nella società e nelle Istituzioni. Certo è difficile scorgere in esso una forte idea politica fondativo-propositiva che costituisca un riferimento chiaro per gli sviluppi di contenuti politici tra loro logicamente compatibili, cosa del resto non facile in anni di profonde e continue trasformazioni nella vita economica, nelle relazioni sociali, nel costume e nella mentalità. Anche se all’interno di questa forza politica il limite forse più rilevante rimane l’auto-presentazione e l’auto-compiacimento di proporsi come comunque autosufficiente, con la conseguenza che, se gli elettori non daranno ad essa la maggioranza assoluta, la stessa non sarà mai a servizio del Governo del Paese.

Un terzo elemento post-referendario è in via di determinazione nell’area della sinistra, quella a cui apparteniamo: si tratta in sostanza di un’area che, con le sue diverse espressioni e modalità, si è di recente ritrovata nella lotta per la difesa della Costituzione condotta dal Comitato nazionale per il NO.

Tale sinistra politica, ancorché frantumata e altamente conflittuale al suo interno, ha bisogno prima di tutto di esistere, e per esistere le è necessario ancorarsi ad un’idea-guida, un orizzonte comune minimo in cui riconoscersi, per avere una qualche possibilità di essere incisiva nel porsi a servizio di un nuovo protagonismo sociale di milioni di donne e di uomini che pongono, talvolta in modo frammentario od occasionale, domande di emancipazione da forme antiche e rinnovate, quanto raffinate, di alienazione e degrado.  Proprio per questo non può misurare il suo respiro sull’onda corta di un immediato impegno elettorale; ha bisogno di pensieri lunghi, quelli che nascono dalla passione con cui rileggere la propria complessa storia con atteggiamento critico e sereno.  E dentro questa storia ritrovare radici ideali, la speranza e la dignità riconquistate da uomini e ceti considerati naturalmente incapaci e perdenti, e riconoscere limiti ed errori nelle culture politiche e nell’impegno pratico-organizzativo, sì da aggiornare contenuti e obiettivi che devono riproporre al centro la difesa e l’esercizio dei diritti sociali, a partire da politiche fiscali e tributarie che siano informate a “criteri di progressività” come recita la Costituzione, dopo che sono stati ampiamente ridimensionati o svenduti: il lavoro, la salute, l’istruzione, la valorizzazione dei corpi intermedi e dell’associazionismo.

La sfida sui contenuti, come le proposte e l’urgenza di una nuova militanza, sono una cosa così difficile e impegnativa, e il quadro politico è così mobile e poco prevedibile che precostituire in questo momento le alleanze politiche sembra prematuro e forse fuorviante. E a chi comprensibilmente verrebbe da chiederci se e in quale dei movimenti e gruppi sopra richiamati ci ritroviamo, avvertiamo di rispondere che, nel nostro piccolo, vorremmo spenderci per un obiettivo in cui tanto continuiamo a tenere: realizzare il massimo della convergenza possibile tra tutte le forze dell’area progressista e di sinistra”.

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