Giuffrè spiega le ragioni della candidatura di Brindisi ad ospitare un impianto di compostaggio: “E’ prematuro parlare del progetto di A2A”

BRINDISI – “Noi abbiamo partecipato ad un bando indetto dalla Regione, rivolto a chi dispone di aree idonee. Dalle prime valutazioni sembreremmo in possesso di tutti i requisiti necessari per vincere il bando”.

Risponde così il Commissario Giuffrè alla domanda su come sia maturata l’idea di candidare Brindisi ad ospitare un impianto di compostaggio regionale e su quali siano le reali possibilità di aggiudicarsi lo stesso. Il Comune ha proposto un’area di 40.000 metri quadrati sita alla Strada per Pandi, lì dove insistono già un altro impianto di compostaggio inutilizzato (ed inutilizzabile), un impianto per la produzione di CDR ed un impianto per il trattamento meccanico di separazione dei rifiuti anch’esso non in esercizio.

La scelta effettuata dall’Amministrazione comunale, però, assume inevitabilmente una venatura politica, perché è evidente che tale progetto, in quanto ‘omologo’ di quello proposto da A2A, se venisse approvato escluderebbe automaticamente quello dell’azienda lombarda.

“Queste sono letture politiche che lei vuole dare”, risponde categorico Giuffrè. “Io so soltanto che mi ritrovo con un’iniziativa della Regione e con la presunzione di possedere i requisiti per partecipare al bando”.

Ma i due progetti si escludono effettivamente a vicenda? E’ una lettura plausibile?

“Intanto vediamo se la nostra richiesta viene accolta, più in là si vedrà. Ci auguriamo che nei mesi a venire possiamo incassare un ok della Regione ed iniziare a mettere mano”.

Si ricorderà, tuttavia, il favore espresso dalla Regione, per il tramite dell’Ager, verso il progetto presentato da A2A. Non c’è il rischio che l’Ente regionale possa essere condizionato da questa circostanza nella valutazione della candidatura di Brindisi ed utilizzare conseguentemente quelle risorse per coprire un territorio più scoperto?

“Lei insiste nella lettura politica. Io dico soltanto che Brindisi ha già un patrimonio suo, ma i tempi sono cambiati: ci sono sistemi moderni che consentono un adeguamento sanitario. In atto abbiamo un bando destinato a chi possiede i requisiti, e noi riteniamo di averli. Stop. I  tempi, tra l’altro, dovrebbero essere abbastanza ravvicinati. Chiunque ha interesse a trovare siti di questo genere e noi ce li abbiamo: non è facile averli e dire che non vanno bene. Poi con la sete che c’è, ogni cosa è ben accetta: d’altronde, le vere fonti di risparmio derivano dal possesso in loco degli impianti”.

Proprio l’area dove insiste la centrale di A2A dovrebbe rientrare nella Zes. Nei giorni scorsi voi rappresentanti istituzionali siete stati chiamati a Bari per discutere della prossima istituzione della Zes. Ci sono novità?

“Siamo stati giovedì a Bari: lei sa che la Regione ha dato un termine che è il 2 febbraio, ed in quella data si vedrà cosa accadrà”.

Ma ha avuto sentore che le richieste di Brindisi possano essere esaudite? Rientreranno nelle Zes le aree SIN? Ha avanzato richieste particolari?

“Non glielo so dire: più di me, in questo campo, possono fornire risposte l’Asi e l’Autorità portuale. Si è parlato del D.M. da poco emanato, che tra l’altro deve ancora passare al vaglio della Corte dei Conti ed essere pubblicato. Credo tra l’altro che poi ci voglia un altro provvedimento ancora”.

Ma si è fatto un’idea su quale destinazione debba avere l’area occupata da A2A?

“Credo che non occorra farsi un’idea perché è ancora troppo presto”.

 

 

Andrea Pezzuto
Redazione

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