Fase 2, F.I.: “Il Governo discrimina imprese del gioco legale e pubblico”

“Tra le tante promesse fatte dal governo durante il lockdown rimbomba quella per la quale nessuno sarebbe stato lasciato indietro o da solo. Migliaia di piccole e medie imprese di gestione che operano nel mondo dell’intrattenimento e nella raccolta di gioco dello Stato non la pensano certamente così.
Si tratta di attività chiuse con il ‘blocco’ del 9 marzo 2020 e per le quali non è stata prevista alcuna data per la riapertura, pur essendo un indotto con oltre 75000 addetti, nel quale operano altrettanti piccoli esercenti e nonostante siano considerate dall’Inail tra quelle a rischio contagio ‘medio-alto’, a differenza di altre a rischio ‘alto’ a cui è stato consentito invece di ripartire. Si tratta di una evidente discriminazione, non solo per le imprese, ma soprattutto per i dipendenti in cassa integrazione. Inoltre, per queste attività è prevista una tassazione che le costringe nei prossimi giorni al pagamento di acconti calcolati sui livelli di raccolta dei periodi precedenti, anche in caso di totale assenza di qualsiasi incasso. Ciò è gravissimo perché altri adempimenti fiscali sono stati invece differiti o addirittura annullati. Abbiamo quindi presentato un emendamento per posticipare i pagamenti in acconto, così da provare a evitare che queste attività siano costrette a chiudere definitivamente a causa dell’inadeguatezza di un governo che non fa altro se non alimentare caos e confusione”. Così, in una nota congiunta, i deputati di Forza Italia Mauro D’Attis e Benedetta Fiorini.

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