“Sui Consorzi di bonifica, noti e voraci carrozzoni della storia amministrativa pugliese, è in corso un tentativo di controriforma trasversale a spese dei cittadini pugliesi, che già li pagano profumatamente e ingiustamente con i tributi propri e con i contributi a carico del bilancio regionale. Il profondo rispetto per i soldi dei cittadini che si trasformano in tasse, mi impone di lanciare a tutti i colleghi l’appello a fermarsi: è una questione di giustizia, di equità e di buon senso. Darò battaglia per non sottostare ai morsi della più elementare coscienza amministrativa”.
Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, commentando l’approvazione in Commissione della proposta di legge sulle modifiche alla legge regionale sui Consorzi di bonifica.
“La legge attuale prevede il trasferimento delle funzioni irrigue ad Aqp, per evitare che ogni anno la Regione paghi milioni e milioni ai Consorzi al solo fine di ripianare i suoi debiti e le sue esorbitanti spese di gestione.
La proposta di legge approvata in Commissione tende invece a realizzare un clamoroso passo indietro, sulla base di una curiosa teoria: i Consorzi devono auto-governarsi su tutto, tranne che sui buchi di bilancio che continuamente creano; per quello ci sono sempre le tasse dei cittadini che a colpi di decine di milioni all’anno coprono il più clamoroso fallimento.
Non si capisce perché questa teoria, mai utilizzata se si tratta degli affari di casa nostra diventi poi magicamente efficace per gli affari dove a mettere i soldi sono i cittadini, con le loro tasse.
Da questa vicenda emergono peraltro due curiosità degne di nota: il voto favorevole di gruppi politici dell’opposizione, in testa i Cinque stelle, che nei comizi li considerano carrozzoni ma poi votano a favore del prelievo dalle casse regionali per colmare gli sperperi; lo spreco trasversale al banchetto della spesa pubblica, per tenere in piedi un baraccone di super stipendiati, la maggior parte amministrativi, come ha accertato la più recente Commissione di indagine.
Spicca infine l’eclatante contraddizione tra la decisione odierna di negare, nel nostro piccolo, l’unificazione della gestione idrica per gli usi potabili ed irrigui, e la giusta proposta del Presidente Emiliano (inaugurazione ultima Fiera del Levante) di realizzare l’acquedotto meridionale per tutti gli usi e non solo per quello potabile ed irriguo. Mi chiedo: ma come possiamo diventare credibili rispetto alla proposta di grande Acquedotto meridionale se non riusciamo nemmeno ad unificare a casa nostra il potabile con una parte dell’irriguo?”