Confesercenti: “Il Turismo ad Ostuni, studio su fruizione ed impatto ambientale”

Confesercenti Ostuni, viste le grandi criticità che da sempre, ed in particolare con l’incremento esponenziale di questa estate,  attanagliano la città nel periodo estivo ha commissionato uno studio  appropriato al Prof. Domenico Greco docente dell’Istituto Pantanelli Monnet e Presidente della Pro Loco Ostuni Marina.

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Di seguito la relazione sullo studio statistico effettuato

Sappiamo benissimo come il turismo contribuisce in maniera determinante alla crescita della economia e dell’occupazione e al rafforzamento della coesione sociale.

L’indagine statistica è una indispensabile azione che consente di avere “il polso” della situazione e che permette di valutare in maniera adeguata le direzioni evolutive del fenomeno. Malgrado le difficoltà di stabilire il peso economico del turismo, le analisi e le statistiche disponibili concordano con la sua importanza. Nel complesso ciò che è emerso dal mercato turistico del territorio di Ostuni è stato un tasso di crescita dell’offerta senz’altro inferiore a quello della domanda. È ciò è dimostrato da una capacità ricettiva pressoché invariata rispetto ad un flusso turistico che è stato in costante aumento.

E poiché la domanda è superiore all’offerta, essa è stata ugualmente soddisfatta, e completamente, in strutture extralberghiere quali case di campagna, appartamenti e B&B, purtroppo non sempre dichiarate. Diamo alcuni dati significativi per meglio comprendere il fenomeno.

Ostuni è un comune con 30.383 abitanti e 13.273 nuclei famigliari, con una media di 2,29 unità per nucleo familiare. L’età media é di 47 anni contro 45,5 della media nazionale da ciò si deduce che la nostra popolazione è molto vecchia.

Di fronte a 32.000 unità abitative, risulta che mediamente ogni famiglia ha a disposizione 2,31 abitazioni, ovvero una media molto superiore alla media nazionale.

Ciò spiega benissimo il fenomeno dei B&B ad Ostuni. Il turismo nonostante sia una grande fonte di ricchezza, tuttavia può avere dei risvolti negativi per l’impatto su alcuni servizi locali, come la raccolta dei Rifiuti Urbani e criticità dovute allo smaltimento dei rifiuti. (oltre a quello dei parcheggi su cui torneremo a parlarne in seguito)

Le criticità dovute allo smaltimento dei Rifiuti dipendono sempre dal fatto che la gestione è spesso organizzata e pensata solo per i residenti. Tuttavia il Comune di Ostuni nel periodo estivo cerca di soccombere al problema aumento dei rifiuti facendo aumentare il personale addetto che passa da 65 unità a 105 unità: ci domandiamo se 40 addetti in più possono risolvere il problema!

L’aumento delle persone in una località può comportare delle difficoltà nel garantire lo stesso servizio in maniera ottimale. Il presupposto per analizzare l’incidenza del turismo sulla gestione dei rifiuti è valutare l’impatto dei flussi.

Uno strumento è l’indicatore di intensità turistica, che pone a confronto il numero delle presenze rispetto agli abitanti.

Nel nostro caso avremo un rapporto pari a 13,2 (400.000:30.383) e per darvi una idea dell’entità del numero si evidenzia che tante città turistiche delle Marche, Lazio ed Umbria hanno un indicatore intorno a 6/7).

L’altro indicatore di incidenza dei rifiuti è calcolato dalla seguente formula:

(RIFIUTI TOTALI/POPOLAZIONE RESIDENTE )-(RIFIUTI TOTALI/POPOLAZIONE RESIDENTE +NUMERO DI PRESENZE TURISTICHE RIPARTITE SU 365 GIORNI).

Il risultato è 19 Kg.

L’impatto del turismo dei rifiuti vede al 1^ posto Trento con 50,33kg/ab. , segue Aosta con 43,54, Firenze con 20,7 e quindi  Ostuni con 19 Kg/ab

Dai dati forniti gentilmente dalla ditta Bianco Igiene Ambientale emerge che i mesi di luglio ed agosto i dati si raddoppiano rispetto agli altri mesi e quindi si è indotti a pensare che la presenza media nei periodi considerati si attesterebbe intorno alle 100.000 unità.

Ci domandiamo quindi:

quali sono le strategie che possono essere utilizzate per la gestione dei rifiuti?

  • prevenzione della produzione dei rifiuti;
  • riutilizzo;
  • riciclo (incluso il compostaggio)
  • altri metodi di recupero come la combustione dei rifiuti congli inceneritori per generare energia;

Si evidenzia infine che  lo smaltimento in discarica è il metodo più economico ma anche il peggiore per l’ambiente e la salute.

Questa indagine statistica vuole scientificamente presentare la necessità di una gestione strategica di un impatto turistico che comporta un’immissione nell’ambiente di una quota tripla di rifiuti non differenziata.

Non si vuole condannare il turista, ma dare la possibilità a questi ospiti di poter facilmente depositare i propri rifiuti ed evitare di vedere le nostre strade con cumuli dì immondizie che offendono il decoro dei residenti e anche la loro serenità sanitaria.

 

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