Colpo Gobbo: “E SE FACESSIMO 30 Km/h PER TUTTI?” – di Bastiancontrario

L’introduzione della mini riforma del Codice della strada consente, tra l’altro, di poter adottare ordinanze mirate alla tutela di pedoni, ciclisti e monopattinisti, che fissano in 30 km/h il limite massimo di velocità in particolari zone urbane non a scorrimento veloce. Cosa buona e giusta, ma forse ancora considerata un po’ sperimentale e quindi non estesa, come dovrebbe, a varie zone delle città. Com’è noto, a Brindisi, l’iniziativa è in via di decollo e si realizzerà nel centro storico, in un perimetro turnano piuttosto limitato.

La domanda che si pongono molti cittadini sorge spontanea: perché non estendere il limite in altre arterie viarie particolarmente a rischio di sedicenti piloti di formula uno e di Moto GP.? E’ logico e di buonsenso ritenere che abituare (educare) chi guida un qualsiasi mezzo di trasporto, bici inclusa, ad avere un diverso approccio culturale con la mobilità urbana, aprirebbe nuovi orizzonti per la qualità della vita e per la caduta verticale del tasso di incidentalità. Se l’indirizzo normativo è quello di tendere ad una “mobilità dolce” a misura d’uomo, che allora si abbia la “visione lunga” per adottare misure conseguenti. Andare piano significa non fare incidenti, fare meno rumore e meno inquinamento. “Festina lente” (affrettati lentamente), dicevano i saggi latini. Insomma il bradipismo veicolare ci farà bene.

E se in altre zone della città i tecnici comunali e la Polizia Locale riterranno non idoneo quel limite, lo stesso potrebbe essere alzato a 40, come già presente in via Materdomini nei pressi  del tanto vituperato, ma MAI allargato, mini tunnel con semafori. A beneficio dei lettori voglio aggiungere che, l’anno scorso, a Torino, è stata emessa un’ordinanza che ha previsto il limite-tartaruga di 20 km/h per ottanta chilometri di controviali urbani.

Noi brindisini non chiediamo tanto, ma gradiremmo comunque che sindaco, assessore Brigante e comandante dei VV.UU. Orefice prendessero in seria considerazione l’opportunità di tutelare, nei modi che riterranno più opportuni, l’integrità fisica di passanti, ciclisti e monopattinisti. Ci sono vie urbane cruciali da questo punto di vista. Un percorso altamente a rischio, specie nel periodo temporale che va dalla primavera all’autunno, è senza dubbio “La via per la marina”. E siccome, hainoi, la marina a Sud di Brindisi è stata cancellata, si intende la marina a Nord della città. La corsia preferenziale è quella che fa confluire i cittadini da ogni quartiere verso il quartiere Casale – Sciaia. Le strade più percorse sono via Provinciale San Vito, via Nicola Brandi, via Ciciriello, viale Amerigo Vespucci, via Benedetto Brin e la martoriata  via Materdomini (E la Madre del Signore, quando lacrima, forse lo fa proprio a causa dei piloti strombazzanti del fine settimana che infestano quell’arteria, che poi diventa occlusa durante il lungo periodo estivo). Seminare un po’ di dissuasori già servirebbe a far rallentare i mezzi. Il comitato di quartiere Casale-Sciaia li ha chiesti più volte,ma dal Comune hanno risposto picche, evidentemente ritenendoli inutili (ma allora non si capisce perché a viale Vespucci ci sono, e quindi sono considerati  utili, mentre sul via Duca degli Abruzzi o in via Materdomini non ci sono perché evidentemente reputati non essenziali. Quando si dice coerenza!|Comunque la pensino “Quelli del Comune”, i cittadini chiedono a  gran voce più sicurezza e maggiore attenzione alle criticità tipiche della stagione estiva. Che sindaco, giunta e comandante della Polizia Urbana adottino i provvedimenti che ritengono più idonei, purché poi sia attuato anche un piano di scrupoloso monitoraggio e controllo, sia tramite autovelox che tramite l’indispensabile, prezioso servizio degli agenti della Polizia Locale. Non vorremmo che le ordinanze di Palazzo di Città facessero la misera fine delle famose Grida manzoniane…

                                                                               Bastiancontrario

 

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