BRINDISI – Prima udienza dibattimentale del processo a carico di Don Angelo Altavilla, 58 anni e già parroco della Chiesa Madre di Latiano, accusato di circonvenzione di incapace nei confronti di una anziana signora del paese brindisino, Vita Maglie, 89 anni che, poco prima di morire, aveva nominato il prelato suo erede universale. Un tesoretto da un milione di euro che comprende un appartamento in paese di 150 metri quadrati, una villa in campagna, terreni con alberi d’ulivo, un garage, 503mila euro in contanti ed una polizza vita da 88mila euro. In realtà, l’inchiesta che riguarda il prelato era stata prima archiviata e poi riaperta, con il successivo rinvio a giudizio dell’uomo.

Martedì, durante la prima udienza, era presente sia l’imputato, difeso dagli avvocati Massimo Manfreda, Vincenzo Farina e Paola Gianfreda, sia le parti civili: Daniela Maglie e Giovanna Italia Maglie, di Latiano, Raffaele Cuna di Torre Santa Susanna e Virginio Parabita, di Francavilla Fontana, assistiti dagli avvocati Antonio Sartorio, Antonella Rizzo, Cosimo Lodeserto e Giacomo Lombardi.
Ricordiamo che a sporgere denuncia nei suoi confronti era stata la famiglia della signora Maglie che, seppur non sposata, aveva altri parenti. Una di questi è Daniela, cugina di secondo grado, che l’ha ospitata in casa negli ultimi anni della sua vita, quando, cioè, l’anziana signora – già malata di Alzheimer – ha iniziato ad accusare con frequenza i sintomi della malattia. Per questo motivo Daniela, nel febbraio 2015, ha sporto denuncia alla caserma dei carabinieri di Latiano perché certa che quella somma donata a Don Angelo sarebbe frutto di un’opera di raggiro: il parroco, in sostanza, si sarebbe approfittato della donna. Ma ancor prima del decesso – era il 2011 – la signora Vita, all’insaputa dei suoi parenti, aveva cointestato a Don Angelo il suo libretto di risparmio.
Solo quando l’anziana donna morì, nell’aprile 2014, i familiari scoprirono – proprio da Don Angelo – dell’esistenza di un testamento, il cui contenuto li lasciò sconvolti: il parroco era stato, infatti, nominato erede universale. A questo punto, i parenti della signora Vita decisero di andare a fondo alla vicenda, coinvolgendo i carabinieri che iniziarono a fare controlli incrociati sui conti della donna e del parroco. E la Procura aprì un fascicolo.
Nel frattempo, qualche mese fa, un altro punto a favore dei familiari della signora Maglie: il giudice per le indagini preliminari, dr.ssa Stefania De Angelis, ha disposto il sequestro conservativo dei beni immobili già appartenuti alla signora Vita Maglie e che consistono in un appartamento di Latiano in via Risorgimento 41, in due locali rimessa, sempre a Latiano, in via Osanna 71 ed in un fondo rustico in agro di Mesagne, in contrada Vergine, con vecchio fabbricato a piano terra.
Nell’udienza dello scorso 6 marzo, la difesa di Don Angelo ha sollevato diverse eccezioni di natura tecnica, tra cui l’intervenuta prescrizione del testamento sottoscritto dalla signora Maglie nel 2008. Eccezioni contro le quali si sono opposti sia i legali delle parti civili che il pubblico ministero Simona Rizzo.
Il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi Maurizio Rubino si è riservato la decisione, fissando la prossima udienza per il 3 luglio 2018.
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Pamela Spinelli Direttore responsabile |