Si chiude con un’assoluzione generale il processo relativo all’occupazione abusiva delle case popolari di Ceglie Messapica. Il giudice onorario di pace Antonio Amato, giovedì 13 marzo 2025, ha assolto tutti gli imputati: 17 con la formula “per non aver commesso il fatto” e 22 per “particolare tenuità del fatto”. Per altri tre imputati è stato dichiarato il non doversi procedere, uno per morte del reo e due già giudicati per gli stessi fatti.
Le indagini erano partite nel 2019, sotto la gestione commissariale del Comune di Ceglie Messapica, quando il pm Pierpaolo Montinaro aveva contestato 24 ipotesi di occupazione abusiva su 42 indagati. Gli alloggi, situati prevalentemente in via Don Guanella e in piazza Repubblica, erano stati posti sotto sequestro nel 2020. Dopo l’avvio del processo nell’ottobre dello stesso anno, si è arrivati ora alla sentenza che scagiona tutti gli imputati.
La vicenda affonda le radici nel secondo dopoguerra, quando le palazzine vennero realizzate per ospitare lavoratori di Ina Casa. Con il passare dei decenni, gli immobili passarono sotto la gestione comunale, ma rimasero abitati anche da parenti e terzi senza titoli di proprietà. Già nel 2004 venne emessa un’ordinanza di sgombero per motivi di sicurezza, ma solo nel 2019 si attuò un intervento concreto. Nel frattempo, l’occupazione abusiva e il mancato pagamento delle utenze erano noti, ma senza conseguenze pratiche fino all’inchiesta della procura.
Dopo lo sgombero delle palazzine, avvenuto negli anni scorsi, gli edifici sono stati demoliti per far spazio a un nuovo progetto edilizio: 18 unità abitative e 12 box auto, finanziati con fondi del PNRR. Con questa riqualificazione, si chiude un lungo capitolo della storia urbana di Ceglie Messapica.
Gli imputati sono stati assistiti da un ampio collegio di avvocati, tra cui Domenico Tanzarella, Cosimo Deleonardis, Enrica Viti, Gianvito Lillo, Giuseppe Biondi, Lorenzo Cantore e altri professionisti del settore legale.