Brindisi perde la faccia in Sardegna e resta in fondo alla classifica

BRINDISI – Il campionato è ancora lungo, quindi sarebbe inopportuno farsi prendere da isterismi eccessivi, anche perché, prima di esprimere giudizi sommari, bisognerà valutare l’impatto che sul lungo periodo avranno i nuovi innesti. Al contempo, però, non si può sottacere una certa preoccupazione per l’immaturità che la squadra continua a dimostrare in trasferta, e la gara di Sassari rappresenta solo l’espressione massima di questa difficoltà incontrata dagli uomini di Dell’Agnello. Tra le attenuanti potrebbero essere tirati in ballo i 15 giorni di pausa riservati dal campionato, i quali sembrano aver svuotato completamente la squadra sotto il punto di vista emotivo, ma l’aspetto preoccupante è che questo calo ha interessato praticamente tutti e 10 gli atleti scesi in campo; nessuno dei biancazzurri, infatti, aveva la testa nel match.

Questa Happy Casa ha dimostrato in più occasioni di non valere la retrocessione, e gli ultimi innesti di qualità dovrebbero avvalorare ancora maggiormente questa impressione: a preoccupare, però, è il fatto che, arrivati a dicembre, la squadra non sembra avere ancora assimilato i dettami del coach, o comunque non sembra aver acquisito una propria identità ed una solidità mentale e tecnica.

La classifica, purtroppo, è impietosa: basti ricordare che l’Enel Brindisi della stagione 2010/2011, ovvero quella della retrocessione, alla 9^ giornata aveva gli stessi punti, ovvero 4. Ovvio che il paragone risulti ingeneroso, perché quello attuale è un roster più lungo, composto da giocatori che stanno bene assieme, al quale sono stati aggunti giocatori di livello superiore, ad esempio, al Mo Taylor giunto 7 anni fa. Nonostante tali elementi “rassicuranti”, però, è bene che la squadra inizi per davvero ad inserire le marce alte, perché il fondo della classifica, via via che il campionato andrà avanti, potrebbe rappresentare un valico mentale sempre più difficile da gestire.

Andrea Pezzuto
Redazione

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