“Barocco Festival Leonardo Leo”: nelle Grotte di San Biagio la musica del secolo d’oro

Il complesso rupestre delle Grotte di San Biagio, in contrada Iannuzzo, fa da scenario, domenica 4 settembre alle ore 21, al concerto “El siglo de oro” con l’ensemble partenopeo “Ai vis lo Lop”, sesto appuntamento del “Barocco Festival Leonardo Leo 2022”. Un percorso musicale a metà tra Italia e Spagna che accompagna il pubblico nel secolo della dominazione spagnola: nel cuore del “Secolo d’oro”. Un programma brillante e virtuosistico che illustra lo sviluppo espressivo della “monodia” e la nascita di un linguaggio “pensato” per gli strumenti che, introducendo virtuosismi più complessi e difficilmente eseguibili per la voce umana, sviluppano dal Cinquecento un loro idioma e danno vita a forme come la “sonata” o “Canzone da sonar”. Biglietti disponibili online sul circuito Vivaticket e nei punti vendita accreditati, e ancora nel luogo del concerto. Ticket euro 3 – Info T. 347 060 4118.

A partire dal 1503 la città di Napoli fu sotto il controllo dei reali di Spagna, che ne ebbero il dominio diretto nell’arco di due secoli. Durante questo lungo periodo la città divenne uno dei centri più importanti della monarchia spagnola, arrivando a competere e forse superare, sul piano culturale, la stessa Madrid. Il clima di fermento e le reciproche influenze culturali delle due corti sono evidenti in tutti i campi, compreso quello musicale: a partire dal 1553, il violista e compositore Diego Ortiz, originario di Toledo e noto per il suo “Tratado de Glossas”, visse stabilmente al servizio del viceré spagnolo, in qualità di maestro di Cappella della corte partenopea. In quegli stessi anni Antonio Valente era organista nella chiesa di Sant’Angelo al Nilo e dava alle stampe la sua “Intavolatura de Cimbalo”, opera per tastiera ricca, tra l’altro, di danze di gusto popolare, che mostra forti analogie con le intavolature del madrileno Antonio De Cabezòn.

Un secolo più tardi Andrea Falconieri, musicista napoletano, combinava gli stili italiano e spagnolo pubblicando il “Libro Primo di Canzoni, Sinfonie, Fantasie, Capricci, Brandi, Correnti, Gagliarde, Alemane, Volte” dedicandolo a Juan Josè d’Austria, figlio del re spagnolo Filippo IV. Ancora un secolo più tardi il chitarrista Santiago de Murcia, maestro della regina spagnola Maria Luisa di Savoia, componeva un variegato corpus musicale per il suo strumento, attingendo anch’egli dai diversi stili europei e dal preesistente repertorio popolare, come testimoniano le tarantelas, simili alle melodie officinali osservate da Athanasius Kircher nel sud Italia e don Francisco Xavier Cid in Spagna.

Grande importanza avevano i canti nelle feste di famiglia e popolari, compresi i festeggiamenti dedicati al mese di maggio, una celebrazione che si ispirava alle più antiche maggiolate fiorentine. Il primo giorno del mese, davanti a tutte le porte di casa, sui balconi e sulle finestre, si issava l’albero del “Maio”, simbolo di congiunzione tra cielo e terra. La festa aveva inizio all’alba con le mattinate, che gli uomini, accompagnandosi con strumenti dell’epoca – cètole, tiorbe, calascioni -, dedicavano alle loro amate. L’albero del “Maio” rimaneva al suo posto per tutto il mese durante il quale, salvo brevi pause, i napoletani gareggiavano in mattinate, serenate, balli, pranzi, cene e canzoni.

Il concerto dell’ensemble “Ai vis lo Lop” offre uno spaccato degli scenari musicali descritti, concentrandosi in particolare sulla figura di Andrea Falconieri e la sua musica per danza, così ricca di ritmo e vitalità oltre che sull’interesse per quelle melodie popolari diventate così emblematiche da sopravvivere ai secoli, dalle folias spagnole al fandango fino alle tarantelle del meridione. Andrea Falconieri si autodefiniva “napoletano” nei documenti autografi e nelle edizioni a stampa delle sue musiche, fu assunto dal viceré spagnolo Medina de las Torres come “musico di tiorba e arciliuto” nella Real Cappella di Napoli, la più importante istituzione musicale cittadina, di cui divenne direttore dopo la morte del titolare Giovanni Maria Trabaci, nel 1647. Nel 1650 Falconieri pubblicò un’ultima, importante, edizione a stampa che raccoglie solo musiche per strumenti da lui composte per la corte napoletana e poi morì nella peste del 1656.

  • Domenica 4 settembre ore 21.00

Complesso rupestre Grotte di San Biagio • San Vito dei Normanni

El siglo de oro

Ensemble Ai vis lo Lop

Alessandro de Carolis flauti, cornamusa
Lorenza Maio violino barocco
Carmine Scialla chitarre
Giovanni Sanarico violoncello barocco
Antonino Anastasia percussioni

 

Geolocalizzazione Grotte di San Biagio: rebrand.ly/GrotteSanBiagio

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