Non avremmo mai creduto che si potesse arrivare a tale inciviltà. Nella giornata del 10 Febbraio, in ricorrenza del ricordo dei martiri delle Foibe, abbiamo affiancato, seppur nella nostra autonomia, la commemorazione promossa da Cesare Mevoli, coordinatore provinciale di Azione Nazionale Brindisi, a cui va la nostra solidarietà per quanto accaduto. Nella stessa serata la targa è stata profanata dalla dicitura ”PORCI” e dalla presenza della falce e martello, a cui fa da contorno una stella, un simbolo questo che, tra l’altro, è caduto in disuso e risulta anacronistico. Oggi è utilizzato soltanto dalle frange più estremiste della sinistra. Una mortificazione per noi militanti di destra, che in quel simbolo vediamo soltanto violenza, morte e schiavitù, a cui la storia non ha mai reso le dovute attribuzioni, ma soprattutto una grave offesa per le migliaia di nostri connazionali innocenti, morti sotto i mitra dei comunisti titini. La commemorazione doveva essere una giornata di ricordo e di memoria, invece è stata una giornata macchiata da insulti e intimidazioni in un clima di tensione. Ovviamente lungi da noi, anche il solo pensiero di pagare con la stessa moneta, nonostante le pesanti provocazioni pervenuteci da parte di chi utilizza il proprio ideale come strumento di odio e violenza. A tal proposito vorremmo invitare le istituzioni e i partiti di sinistra a prendere atto di quanto accaduto. Noi condanniamo, infatti, questi episodi di violenza da cui prendiamo le distanze, noi intendiamo infatti agire nell’ambito democratico e nella legalità, così come abbiamo sempre fatto, senza nessun richiamo nostalgico, ma al tempo stesso portando avanti un contesto culturale di valori patriottici e identitari. Questi giovani ”comunisti’ incivili, che pretendono di avere il controllo culturale, la libertà di espressione esclusivamente per sé stessi e il potere storico, anche se spesso e volentieri la verità non è certo quella dei vincitori, dimostrano di essere antidemocratici, stalinisti e filodittatoriali nonché la peggiore forma di fascismo di cui loro ci accusano. Gesti come questo testimoniano intolleranza, pochezza intellettuale, mancanza di rispetto e di cultura, ma soprattutto grande ignoranza storico-politica, che non potrà mai essere giustificata in nessun modo. In questo contesto però l’aspetto che più ci preoccupa è costituito dal fatto che chi l’ha commesso potrebbe avere proseliti nell’ambiente scolastico, nel quale ammantandosi, sotto mentite spoglie, di democrazia vuol privare della libertà di espressione chi dissente dal pensiero unico.
Responsabile Azione Studentesca Brindisi, Jacopo Sticchi

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