BRINDISI – Ancora il porto di Brindisi teatro dell’ennesimo sbarco di migranti dalle coste africane, dopo quello del 30 giugno scorso. Nello specchio d’acqua del capoluogo adriatico sono arrivati questa mattina 860 immigrati: 37 donne (due incinte, mentre una ha partorito durante la navigazione) e 135 minori sotto la maggiore età, di cui 6 inferiori ai sei anni. A bordo anche feriti da arma da fuoco e soggetti affetti da scabbia.
Prosegue, dunque, l’emergenza migranti a Brindisi. Attorno alle 8:00 di stamane ha attraccato sulle banchine di Sant’Apollinare, nel Seno di Lavante del porto interno, Aquarius, una nave da ricerca e soccorso della organizzazione non governativa internazionale italo-franco-tedesca SOS Méditerranée, precedentemente appartenuta alla Guardia Costiera tedesca con il nome di Meerkatze.
La macchina dell’accoglienza, composta dai militari delle Forze dell’Ordine, dagli uomini della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana e del 118, ha offerto le prime cure agli stranieri all’interno, dapprima degli stand creati ad hoc e, poi, del capannone ex Montecatini (messo a disposizione dall’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale). I poliziotti della Questura di Brindisi, in particolare il personale della scientifica, stanno coordinando le attività di identificazione degli immigranti, i quali saranno smistati in altre strutture di accoglienza, tra cui in quelle di Lombardia e Lazio, ma anche in Piemonte, Veneto, Toscana, Puglia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Abruzzo, Molise e Umbria.
La criticità a bordo è stata tanta. Il personale di Ricerca e Soccorso della Onlus Sos Mediterranée, che ha imbarcato volontari di Medici senza Frontiere, ha dovuto fronteggiare un avvenuto parto: “Appena abbiamo accostato il nostro gomme alla barca in legno – ha raccontato Rocco Aiello – abbiamo sin da subito soccorso la donna del Camerun che aveva da poco partorito, tanto da avere ancora il cordone ombelicale attaccato. Le operazioni non sono state facili per via delle condizioni del mare, ma ce l’abbiamo fatta: il piccolo nato durante la navigazione si chiama Cristo. A bordo ci sono 37 donne, di cui due in stato interessante, e 135 minori. Abbiamo usato ben due gommoni per imbarcarli, poi, sulla Aquarius. Ci sono tanti immigrati affetti da scabbia”.
Ora, spetterà ai sanitari del 118 imbastire le prime cure del caso e decidere se necessario o meno il trasferimento presso l’ospedale Perrino di Brindisi: “Il neonato verrà da noi curato – ha detto il dottor Massimo Leone, direttore del 118 di Brindisi – e poi valuteremo se condurlo in ospedale. Dal report pervenutoci dalla nave, risultano anche diversi soggetti riportanti ferite da arma da fuoco e disidratati. Noi, nel Posto Medico Avanzato, abbiamo 20 posti letto, che ci consentono di curare qui i malati o feriti, senza condurli in ospedale, per quello che possiamo fare ovviamente”.
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Tommaso Lamarina Redazione |