Antonino e Birgitta: “Il PRI dice no alla istituzione della tassa di soggiorno”

Nel Consiglio Comunale che si svolgerà in data odierna è prevista, tra l’altro, la discussione su una proposta di deliberazione con cui si istituisce anche a Brindisi la tassa di soggiorno.

E’ l’ennesima dimostrazione della contraddittorietà dell’agire amministrativo che caratterizza la Giunta Rossi.

Da un lato, infatti, per giustificare l’aumento della TARI a carico di alcune utenze domestiche, si fa riferimento ad una sentenza del TAR che ha accolto il ricorso presentato dagli  albergatori rispetto alla ripartizione  del costo del servizio tra utenze domestiche e non domestiche.

Il TAR di Lecce, nell’adottare quella decisione, ha chiaramente detto che non vi sono elementi certi che dimostrino un incremento turistico nella città di Brindisi e che, anzi, il nostro si caratterizza come un turismo tipicamente “marino” mentre nei mesi diversi da quelli estivi si assiste ad una riduzione delle presenze presso le strutture alberghiere.

Dall’altro si introduce un nuovo balzello che rischia di far morire sul nascere ogni tentativo di “destagionalizzazione” del turismo brindisino.

Il Partito Repubblicano Italiano, quindi, ritiene assolutamente negativa l’introduzione di questa tassa per il comparto turistico, in questo momento e con le modalità e i termini della delibera così come presentata.

Riteniamo che in una città che mira a diversificare la propria economia, aspirando a diventare  turistica, siano più opportuni interventi che mirino ad incentivare le presenze turistiche piuttosto che strumenti che minino la competitività del sistema turistico-ricettivo.

Sostenere di volere sviluppare un modello economico alternativo, ovvero il turismo, tassando i consumatori del settore, ovvero i turisti, in una Città come Brindisi che dovrebbe rendersi attrattiva anche con politiche di incentivazione fiscale, non ha alcun senso, prima ancora di essere controproducente.

Non solo. A suggerire l’inopportunità dell’introduzione della tassa di soggiorno vi sono i dati di realtà.

Infatti, basterebbe semplicemente leggere i dati sulle presenze turistiche a Brindisi, per rendersi conto che l’introduzione della tassa di soggiorno rischia di contrarre il settore turistico, anziché incentivarlo come una Amministrazione che si definisce portatrice di un nuovo modello di sviluppo dovrebbe fare.

Infatti, Brindisi si colloca tra gli ultimi posti in Puglia per presenze e siamo solo al quarto posto nella classifica provinciale con circa 150mila presenze (solo 4 mila presenze in più all’anno negli ultimi 4 anni).

Tra l’altro, nel caso di Brindisi si tratta soprattutto di pernottamenti di clienti business e non propriamente turistici.

La tassa di soggiorno rischia di incidere negativamente sullo sviluppo del settore rendendo le strutture di Brindisi meno concorrenziali rispetto a quelle di altre località, dove il settore turistico offre già più servizi ed appare più collaudato.

L’introduzione quindi della tassa di soggiorno, può rappresentare un grave ostacolo alla crescita della nostra città, che non può non passare dal turismo.

In altre parole, si rischia di porre una zavorra ad un settore che meriterebbe ben altre attenzioni ed iniziative come potrebbe essere la istituzione di una “No Tax Area” per incentivare il turismo ed attrarre nuovi investimenti.

E non ci riferiamo solo all’ambito delle strutture ricettive. Pensiamo infatti all’indotto che il turismo alimenta: i tassisti, i commercianti, gli operatori turistici e culturali, i ristoratori, che vedrebbero ulteriormente mortificati gli sforzi per uscire da un periodo di crisi congiunturale.

Così come proposta, l’introduzione della tassa di soggiorno, per le ragioni anzidette, si tramuterà in un balzello, l’ennesimo, che, indirettamente, graverà sulle imprese turistico-ricettive, le uniche in grado di fornire un reale contributo allo sviluppo economico e lavorativo locale, già in difficoltà a causa della contrazione dei consumi e dei fenomeni di concorrenza sleale.

In un quadro di questo tipo, l’introduzione della tassa di soggiorno, appare, nella migliore delle ipotesi, come un rimedio per fare cassa.

Il Partito Repubblicano, in caso di approvazione della delibera sulla tassa di soggiorno, vigilerà sulla corretta applicazione della norma vigente, al fine di accertare che quanto incassato con la tassa di soggiorno dall’Amministrazione, venga effettivamente destinato a finalità di interesse turistico e non al mero ripianamento del deficit del bilancio comunale.

Meritevoli di censura sono anche le modalità con cui si è pervenuti alla stesura del Regolamento che si vorrebbe approvare, ed il contenuto dello stesso.

Alla luce di tali rilievi, confermati dalle preoccupazioni che l’introduzione della tassa di soggiorno sta ingenerando negli operatori del settore, il Partito Repubblicano preannuncia che si pronuncerà in Assise in modo contrario alla proposta di deliberazione.

Il Segretario Cittadino

Vito BIRGITTA

Il Capogruppo Consiliare

Gabriele ANTONINO

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