BRINDISI – Brindisi Bene Comune si è riunita per valutare la proposta presentata da A2A Energie Future.

“Finalmente -si legge in una nota – si accantonano i vecchi progetti di centrali termoelettriche a carbone e combustione di rifiuti in favore dell’innovazione nel campo fonti rinnovabili e del trattamento dei rifiuti. La proposta di sviluppare due piccoli impianti pilota (uno sul mini-eolico, l’altro sul solare termodinamico) ha una nota di positività nel fatto che, contrariamente a quanto accaduto finora, non si vuole investire nella produzione di energia (le produzioni sarebbero veramente modeste) ma nello sviluppo di nuove tecnologie. Si tratterebbe, in definitiva, di un laboratorio in connessione con aziende private, Università ed Enti di Ricerca, all’interno del quale ottimizzare queste tecnologie con l’obiettivo di produrre impianti, da vendere poi in tutto il mondo.



Accanto ad esso un impianto di compostaggio da 70.000 tonnellate l’anno, esattamente il fabbisogno della provincia di Brindisi, alimentato esclusivamente con la frazione organica rinveniente dalla raccolta differenziata e con scarti di attività agricole, il cosiddetto materiale strutturate necessario per il rilascio di ossigeno per la formazione del compost che verrebbe, poi, utilizzato in agricoltura. L’impianto prospettato sarebbe a doppio stadio, con una parte anaerobica per la produzione di Biogas che, altra nota positiva, verrebbe reimmesso in rete, non bruciato in loco. Due progetti, quindi, nel campo dello studio delle fonti rinnovabili e del trattamento innovativo dei rifiuti. Vi sono aspetti sui quali, però, pensiamo si debba aprire una discussione in consiglio comunale, luogo nel quale devono essere necessariamente prese le decisioni. Riteniamo, infatti, che il luogo proposto da A2A non sia idoneo alla realizzazione di questi impianti. A2A propone, infatti, di utilizzare, dopo le necessarie dismissioni e bonifiche, l’area ad oggi occupata dalla Centrale Brindisi Nord; cioè, nel porto di Brindisi, a poche decine di metri dal mare. Tale area a nostro avviso non dovrebbe essere dedicata a nuovi insediamenti industriali, ma piuttosto alle attività portuali. Segnaliamo, inoltre, che in quell’area insistono ben due vincoli paesaggistici (distanze minime dal mare e dal Fiume Grande) che non consentono l’installazione di quella tipologia di impianti, ai sensi del rr 24/2010. Infine, non è possibile individuare una giustificazione valida al luogo proposto da A2A neppure dal punto di vista logistico. Il conferimento dei rifiuti per l’impianto di compostaggio, infatti, è previsto via terra (circa 15 camion al giorno), non via mare. Per Brindisi Bene Comune è necessario aprire un confronto con l’Azienda per identificare il luogo più idoneo a questo tipo di attività. Si potrebbe valutare, ad esempio, una perequazione, ovvero A2A dismette e bonifica interamente l’area (costo previsto dall’azienda di circa 50 milioni di euro), la restituisce al Comune di Brindisi che in cambio può cedere un terreno adatto alla realizzazione degli impianti ad esempio in zona ASI o in zona industriale o, coinvolgendo la Provincia, in Cittadella della Ricerca. Un ulteriore aspetto su cui si richiede una riflessione politica riguarda l’impianto di compostaggio. Occorre decidere, insieme alla Regione, che oggi in collaborazione con l’agenzia regionale dei rifiuti gestisce l’impiantistica, se tale impianto in provincia di Brindisi debba essere pubblico o privato, non essendo ininfluente l’aspetto economico della gestione. Partendo da questi presupposti è possibile e necessario, secondo noi, aprire un ragionamento con A2A, con le forze politiche e l’intera città, per individuare un sito differente e favorire l’investimento sul territorio in nuove tecnologie a favore del bene comune”.




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