OSTUNI – Sui suoi profili presenti social (Facebook e Badoo) si descriveva come una donna assatanata di sesso, disponibili ad ‘incontri’, meglio se di gruppo. Con tanto di nome e fotografie. Profili talmente veritieri che la signora in questione si è vista più volte ‘avvicinare’ da uomini che le chiedevano incontri di sesso e persino ‘orge’.

Ad un certo punto, però, quando queste richieste sono diventate sempre più numerose ed insistenti, la signora ha avuto il sospetto di essere vittima di qualche truffa e, così, ha deciso di chiedere ad uno dei ‘corteggiatori’ il perchè di tali ‘avance’. Più stupito di lei l’uomo cui aveva fatto tale domanda, il quale le ha risposto: “Ma come? Ti proponi su facebook per incontri di sesso sfrenato, meglio se di gruppo, e mi chiedi il perchè?”. Mistero svelato: qualcuno aveva creato due profili fake a nome della donna, con le sue generalità e le sue fotografie. La vittima sporse subito denuncia e fu aperta una inchiesta coordinata dal pm Valeria Farina Valaori: la responsabile – una 47enne ostunese (A. A. le sue iniziali) – fu rinviata a giudizio perchè accusata di sostituzione di persona e di diffamazione a mezzo stampa. A distanza di oltre un anno,  lo scorso 28 giugno, la 47enne è stata condannata dal Tribunale Monocratico penale di Brindisi a sei mesi di pena sospesa solo in caso di pagamento di risarcimento del danno che, in ogni caso, sarà quantificato in sede civile ed alla rifusione delle spese legali più accessori in favore dell’avv. Sabatelli, legale della vittima. Il Tribunale ha, inoltre, imposto – all’esito della pubblicazione delle motivazioni – la pubblicazione integrale della sentenza, a spese dell’imputata, sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

Redazione

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