VIDEO – Un marziano calato sul palco del Verdi: Mogol emoziona Brindisi

BRINDISI – La sensazione è stata quella di un marziano calato sul palco del teatro: Giulio Rapetti Mogol, infatti, tale può essere considerato per i suoi modi gentili, per la sua sconfinata cultura, per il suo acume, per la sensibilità che riserva soprattutto agli ultimi. E se tutto ciò viene riportato su uno spartito, è facile che si possa diventare il migliore autore della storia della musica italiana, cosa puntualmente accaduta nel suo caso.

Dicevamo un marziano, ma uno di quelli che conosce bene la nostra terra e che non esita a riservarle parole d’affetto in ogni occasione utile: “Ho conosciuto il Commissario, un uomo straordinario, un decisionista, che seppure non sia nato a Brindisi, la ama, proprio come me”.

Ad accompagnarlo sul palco in quello che è stato un vero e proprio viaggio tra la Musica italiana ci ha pensato il giornalista Antonio Celeste, che ha efficacemente interloquito con il Maestro, il quale ha intervallato momenti dedicati alla spiegazione dei testi più famosi scritti per Lucio Battisti a momenti che sono risultati veri e propri insegnamenti di vita.

Ad incendiare gli animi del pubblico ci hanno pensato invece i “New Era”, il gruppo musicale messo assieme da Mogol a valle di una scrupolosa selezione: “Ho personalmente scelto i migliori musicisti in circolazione. Nessuno ha un sound forte come il loro”, ha sottolineato orgogliosamente il Maestro. Ed il pubblico di Brindisi ha potuto constatare già dalle prime battute come quelle proferite non fossero frasi di circostanza: la potente e graffiante voce di “Kocis” Lorenzo Campani (già interprete di Quasimodo nel musical Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante) ha raggiunto altezze raramente udite all’interno del politeama brindisino, apportando ai pezzi di Mogol e Battisti una chiave interpretativa davvero eccezionale. Dietro al frontman emiliano si sono scatenati alla batteria Roby Pellati, storica bacchetta di Ligabue; al basso Max Gabanizza, collaboratore di Mauro Pagani; alle tastiere Stefano Pettirossi, coarrangiatore, pianista, fonico e docente del CET; alla chitarra Massimo Satta, docente del CET e arrangiatore di tutti i brani.

Gli ingredienti per una serata magica, dunque, vi erano tutti: non a caso il Comune ha dovuto allestire un maxi-schermo all’ingresso del teatro, in modo da soddisfare la fame di biglietti esplosa in città. Ma aver assistito dal vivo allo spettacolo ha superato l’immaginazione: era come avere la Musica a portata di mano.

Andrea Pezzuto
Redazione

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