Via Francigena: nella cartellonistica della Regione Puglia, il porto di Brindisi relegato ad un ruolo secondario a favore del Salento

BRINDISI – Forse non tutti avranno notato la cartellonistica che da qualche tempo insiste, e neppure troppo in vista, nei giardinetti di Piazza Vittorio Emanuele e fatta realizzare dalla Regione Puglia per la Via Francigena. Probabilmente, è finanche una fortuna che non sia troppo visibile, considerato che riporta delle informazioni parziali e fuorvianti.

Intanto, che cosa è la Via Francingena? La Via Francigena, anticamente chiamata “Via Francesca” o “Romea”, è parte di un fascio di percorsi che dal Nord Europa portano a Roma, per poi proseguire in direzione di Gerusalemme: un itinerario di storia, una via maestra percorsa da migliaia di pellegrini, mercanti, eserciti, fiere. Un vero e proprio crocevia di culture che ha contribuito in modo sostanziale alla costruzione della cultura europea. Per questo motivo nel 2004 la Via Francigena – insieme al Cammino di Santiago di Compostela e ad altri percorsi – è entrata a far parte del “Programma degli Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa” che promuove una molteplicità di connessioni tra grandi città d’arte e piccoli borghi medievali, monasteri e abbazie, beni culturali e paesaggi.

Il pellegrinaggio da Roma per Gerusalemme era praticato già a partire dal I sec. d.c., divenendo successivamente pratica consolidata a partire dal IV sec., quando l’Impero Romano assunse la religione cristiana. L’Appia antica e poi l’Appia Traiana erano le strade principali per raggiungere i porti della Puglia ma, con la caduta dell’Impero Romano, si strutturarono percorsi interni che in seguito saranno chiamate “Vie Francigene”.

Il porto di Brindisi è sempre stato considerato il principale scalo d’imbarco verso Gerusalemme. Ecco ­perché la provincia e­ la città di Brindisi­ non potevano che avere un ruolo centra­le e di caratura inte­rnazionale.

Eppure, la Giunta regionale – e lo si evince dalla stessa cartellonistica fatta installare nei giardinetti – ha inserito diverse varianti al percorso originario, relegando la città di Brindisi ad un ruolo secondario ed omettendo completamente tutta la provincia a Nord (Fasano, Ostuni, etc…) e ad Est (Oria, Mesagne, etc…) del capoluogo, non considerando, quindi, nè la famosa e prestigiosa zona degli scavi di Egnazia nè il tracciato dell’Appia Antica. Il tutto, a favore della provincia salentina che, di fatto, pur avendo all’epoca un ruolo molto più marginale rispetto a quella brindisina, oggi assume invece un ruolo di primo piano. Stando alla cartina, infatti, il porto di Brindisi è una sorta di scalo di transito verso il Salento, con Otranto che non è una mera ‘tappa’, ma viene considerato un vero e proprio punto di partenza.

L’ennesima ‘scorrettezza’ nei confronti della nostra terra che ci auguriamo qualcuno possa evidenziare, facendosene portavoce presso la Regione Puglia perchè si ponga rimedio. E non si tratta di campanilismo: è la storia che parla, messa nero su bianco.

 

 

 

 

2 COMMENTI

  1. Dal commento si evince che chi scrive ignora i confini storico culturali della penisola salentina, indicando in maniera errata la sola provincia di Lecce come quella salentina. In realtà si dovrebbe indicare la zona sud Salento per la provincia di Lecce e nord Salento la provincia di Brindisi che arriva sino ad Ostuni passando per San Michele Salentino.
    A ragione, invece, la via Francigena viene indicata in maniera grossolana e con itinerario “di parte”.