In occasione del Cinquantesimo anniversario della scomparsa di Padre Pio martedì 19 giugno, dalle ore 18:30 alle ore 20:00 nella sala multimediale del Castello Svevo di Bari sarà presentato il volume “I tre misteri della morte di Padre Pio”, opera tesa a svelare gli aspetti più sorprendenti di questo straordinario avvenimento, offrendo al pubblico un’interessante prospettiva di comprensione del mistero più grande per l’umanità di tutti i tempi: la morte. Ai saluti del professor Antonio Felice Uricchio, Rettore dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, della dottoressa Mariastella Margozzi, Direttore del Polo Museale della Puglia, dell’architetto Rosa Mezzina, Direttore del Castello Svevo di Bari e del frate Francesco Scaramuzzi, Amministratore delle “Edizioni Padre Pio da Pietrelcina”, seguirà la relazione di frate Francesco Neri, Rettore del Collegio Internazionale dei Frati Minori Cappuccini “San Lorenzo da Brindisi”. Le conclusioni saranno affidate al professor Giuseppe Pio Macario, economista e docente dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”. Modererà il dottor Stefano Campanella, direttore di Padre Pio TV e autore del libro. Nel corso della presentazione l’attrice e regista Floriana Uva proporrà al pubblico una lettura di alcuni brani più significativi dell’opera.
ABSTRACT
Padre Pio non solo credeva per fede alla vita eterna, ma ne aveva certezza, perché ne aveva fatto esperienza diretta. È quanto emerge dall’ultimo libro di Stefano Campanella, direttore di Padre Pio TV, pubblicato dalle Edizioni Padre Pio da Pietrelcina e dalla San Paolo con il titolo “I tre misteri della morte di Padre Pio”.
Scritto in occasione del cinquantesimo anniversario del “transito” del cappuccino stigmatizzato da questa terra al Cielo, il volume ne svela gli aspetti più sorprendenti e apre una prospettiva di comprensione sul più grande mistero di tutti i tempi: la morte.
I primi tre capitoli illustrano altrettanti misteri che hanno caratterizzato la morte del frate originario di Pietrelcina: alcune sue affermazioni fanno capire che egli aveva chiara consapevolezza del momento della sua morte; ad una sua particolare figlia spirituale fu concesso di assistere alla morte del futuro Santo a distanza, senza essere presente nel luogo dell’evento che, peraltro, era precluso alle donne; l’ispezione del corpo, dopo la morte, rivelò non solo la scomparsa delle stimmate, ma anche la completa e inspiegabile assenza di cicatrici. Il quarto capitolo, invece, descrive il duplice atteggiamento avuto da Padre Pio nei confronti della morte, desiderata per unirsi «con vincoli indissolubili al celeste Sposo», ma al tempo stesso non auspicata per continuare a «prosciogliere i fratelli dai lacci di satana». In appendice, infine, sono riportate le testimonianze, alcune delle quali inedite, di coloro che erano presenti nella cella del mistico frate nel momento della sua morte, che avvalorano e completano quella di padre Pellegrino Funicelli inserita nel primo capitolo.
«Il taglio dato a tutti i racconti è di tipo storico, ambito in cui Stefano Campanella si muove con competenza, per formazione accademica e per ormai consolidata esperienza, maturata nelle precedenti ricerche, confluite in altri volumi, in diversi documentari e in numerosi saggi, pubblicati sulle riviste Voce di Padre Pio, Studi su Padre Pio e Italia Francescana», ha scritto il compianto mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo nella presentazione del volume, aggiungendo: «Ne emerge una trattazione articolata del mistero della morte di uno dei santi più popolari e, al tempo stesso, più complessi della storia del Cristianesimo, che ci consegna, ancora una volta, i suoi valori di uomo, di cristiano, di religioso cappuccino e di sacerdote, grazie ai quali gli è stato possibile portare a termine, fino alla fine, la “missione grandissima” che gli era stata affidata dal Signore. Una missione che egli è riuscito a rivelare solo attraverso i due imperativi con cui gli è stata rivelata: “Santìficati e santifica”».