Vandalizzata la vetrina della sede del Movimento Nazione per la Sovranità

BRINDISI – Nella notte a cavallo tra domenica e lunedì, il circolo ‘cantieri sociali’ del Movimento Nazionale per la Sovranità di Brindisi è stato oggetto di vandalismo.

“I nostri militanti nel momento – si legge nella nota – in cui si sono apprestati a chiudere la saracinesca lasciata aperta durante la giornata, così come siamo abituali fare nel corso della settimana, hanno trovato, in direzione di un nostro manifesto in cui è riportato lo slogan ‘Riprendiamoci le chiavi di casa nostra – A difesa dell’Italia’, una evidente lesione da corpo contundente propagatasi su quasi tutto il cristallo della porta di ingresso. Non è il primo caso di intimidazione nei nostri confronti e sicuramente non sarà l’ultimo considerata la nostra quotidiana militanza politica, che disturba più di qualcuno tra quanti, pur predicando libertà di espressione (soltanto per sé stessi? ), agiscono attraverso la violenza nei confronti di chi dissente dal pensiero unico. Metodi violenti, repressivi ed offensivi sono gli strumenti di cui i sedicenti democratici si servono per affermare la loro strana democrazia” e al tempo stesso per cercare di smorzare (con noi invano, ne stiano certi) l’entusiasmo, la passione, la dedizione ed i sacrifici di chi ha scelto di condurre una vita politica appassionata, disinteressata e controcorrente. Chiunque sia stato sappia che non arresterà il nostro amore per il fare politica, non saranno questi gesti intolleranti e mafiosi a frenare la nostra militanza al servizio della comunità nazionale e locale. L’odio e l’intolleranza infatti si ritorceranno su coloro che predicano una vita priva di valori ed il cui obiettivo è soltanto quello di colpire in tutti i modi l’avversario politico per sopperire alla mancanza di idee. Nel frattempo, nel pomeriggio della giornata di lunedì, abbiamo provveduto ad effettuare una denuncia presso gli uffici della locale Digos presso la Questura , speranzosi che gli ignoti che hanno commesso questa bravata possano essere identificati e pagare per il danno provocato”.

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