“Una donna” di Annie Ernaux

Viene finalmente pubblicato in Italia un inedito capitolo del progetto narrativo di Annie Ernaux che aggiunge un tassello fondamentale al già prezioso mosaico dei suoi lavori precedenti: con Una donna (uscito in Francia nel 1987 ed ora edito da L’orma editore), l’autrice francese si propone di «cercare una verità su mia madre che può essere raggiunta solo attraverso le parole». È così, dopo aver raccontato il destino della figura paterna ne Il posto e aver intrecciato la storia della sua famiglia alla cronaca collettiva del mondo ne Gli anni – dopo, ancora, aver indagato il legame inatteso con una sorella ignota e precocemente scomparsa ne L’altra figlia, e chiudendo infine con le pieghe più oscure e inconfessabili della sua crescita in Memoria di ragazza –, è così, dicevamo, che oggi Ernaux ci consegna il ritratto di sua madre. Donna bella, forte, coraggiosa, dedita al lavoro e al sacrificio al punto da collocarli al centro della propria esistenza, guidata dalla ferrea convinzione di dover «far di tutto per cavarsela “costi quel che costi”».

Fiera di essere operaia e al contempo mossa da «una rivoltosa lucidità sulla sua posizione sociale di subalterna e il rifiuto di essere giudicata solo in base a quella», nelle pagine del romanzo la donna (di cui peraltro non scopriremo il nome, tanto è destinata a divenire archetipo) torna a vivere per effetto delle parole sottratte all’oblio dalla figlia Annie, e noi la vediamo muoversi sicura ed imperiosa nei luoghi di cui ormai, attraverso i precedenti romanzi, abbiamo imparato i contorni – fino a quando la malattia, lo smarrimento, la demenza non le renderanno la vita attorno via via più indistinta. Un rapporto complesso, quello tra le due donne: se la complicità viene ad un certo punto sostituita dall’indifferenza, e se il senso di colpa si fa a poco a poco strada. La scrittura diventa – all’indomani della morte della madre e per dieci, faticosissimi, mesi – lo strumento necessario per dare una storia a colei che sembrava esserne priva e «per uscire dalla solitudine e dall’oscurità del ricordo individuale tramite la scoperta di un significato più generale», nonostante la più tenace resistenza a farlo. E ancora una volta, in poco meno di cento pagine, Annie Ernaux esplora un’esperienza dell’anima tanto intima quanto universale, tessendo la densa trama di un ricordo e di una voce con cui poter decifrare la parte più autentica di sé.

Diana A. Politano

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