“Dizionario inesistente” di Stefano Massini

Al centro di ogni studio etimologico vi è la spinta ad indagare l’origine di una parola, a individuare i modi in cui essa si è evoluta, a scoprire i sensi inediti che riempiono di contenuto la sua pura forma: una ricerca che, se è vero che nomina sunt res, equivale in sostanza a svelare l’identità delle cose e la precisa ragione per la quale ci troviamo di fronte ad una certa combinazione di lettere. E se già questo è un esercizio estremamente affascinante, quali sorprese potranno offrirsi alla nostra lettura qualora venga spinto più in là il limite del dizionario in uso e si scandaglino territori (soprattutto emotivi) ad oggi privi di una traduzione etimologica? Dizionario inesistente (Mondadori) è il viaggio che Stefano Massini (scrittore, regista teatrale, intellettuale al di sopra di ogni classificazione) propone a ciascun lettore, un libro che rimette «in moto il meccanismo portentoso che dalla notte dei tempi alimenta i nostri dizionari: se una parola mancava, l’avrei creata. O se non altro, l’avrei proposta».

Alle parole va riconosciuto il potere di risolvere i problemi, di dare colore a ciò che, diversamente, rimarrebbe condannato alla grigia inconsistenza del non-essere: non per nulla «le parole sono un ponte tra noi e gli altri, steso sopra il fiume delle cose». Ed ecco che la percezione del mondo si fa più acuta se nascono parole nuove per ciascuna delle ventuno lettere dell’ordine alfabetico – parole che hanno il carattere della necessarietà, che si prendono cura delle fragilità dell’animo e nutrono l’impegno civile. Attraversando le epoche e le contrade, Massini racconta storie di donne e di uomini che conosciamo o ci sono del tutto ignoti (Giacomo Leopardi, Franz Kafka e Rosa Parks, ma anche Charlie Bud Cowart e François Gamain) e inventa sensinismo, innesiano, nellitudine e rosabelliano per spiegare meglio alcune cose della vita. Il suo è un invito a giocare con la storia, con le stagioni dell’animo, con il mondo – e a salvarlo se, e torna in mente Borges, «chi trova con piacere un’etimologia» è, magari senza saperlo, tra coloro che «stanno salvando il mondo».

Diana A. Politano

 

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