Il ricordo di un periodo della vita, un simbolo in memoria di una persona cara, l’iniziale del nome di un figlio, una frase…ognuno ha il suo motivo che decide di portarsi per sempre con sè tatuandosi. Molti lo fanno consapevoli dei rischi, molti altri meno: infezioni cutanee, reazioni allergiche, infezioni virali, melanomi che possono essere dovuti al semplice fatto di aver coperto un neo che poi si è rivelato altro, oppure tumori della pelle dovuti a traumi cutanei o ad esposizioni solari senza protezione, perchè – per chi non lo sa – l’azione dei raggi ultravioletti risulta amplificata dalla presenza dei pigmenti.
Ormai il tatuaggio è di gran moda, soprattutto tra i giovanissimi, in Italia oltre un milione e mezzo di persone ha almeno un tattoo che ultimamente non si ferma più al monocolore, nè a modeste dimensioni. Ma quando ci si tatua cosa accade nel profondo?
È stato da pochissimo presentato uno studio che ha seguito il viaggio delle nanoparticelle di inchiostro. A fotografare il loro viaggio è stato un team di scienziati tedeschi e dell’Esrf, il Sincrotrone europeo di Grenoble (Francia), in uno studio pubblicato su Scientific Reports (Nature), che getta un’ombra su possibili rischi non ancora indagati. Gli inchiostri usati per i tatuaggi contengono pigmenti organici ma possono contenere anche metalli pesanti come cadmio, cobalto, nichel ed altri, sostanze nocive per la salute, e possono liberare minuscole particelle, delle dimensioni inferiori a un milionesimo di millimetro, capaci di viaggiare nel sangue fino a raggiungere i linfonodi, vere e proprie «sentinelle» delle difese immunitarie.
Le microparticelle sono state osservate per la prima volta grazie alla luce di sincrotrone. Le conseguenze per la salute al momento non sono chiare perché l’unica cosa osservata è stata il rigonfiamento cronico dei linfonodi. Per cui oltre a prestare attenzione massima al centro in cui si effettua il tatuaggio bisognerebbe anche informarsi sulla composizione chimica degli inchiostri. Si è evidenziato che i tatuaggi di colore bianco soprattutto presentano ritardi nella guarigione o forte prurito.
Era noto che gli inchiostri dei tatuaggi potessero provocare pseudolinfomi, cioé l’ingrossamento dei linfonodi, è una conseguenza tipica di quando entra nell’organismo una sostanza esterna che passa nel circolo linfatico. Questo nuovo studio ha potuto accertare quello che era un sospetto: la causa di pseudolinfomi può essere anche negli inchiostri dei tatuaggi. L’infiammazione del sistema linfatico è qualcosa che in genere si risolve da sé, ma se si parla di cronicità allora siamo di fronte a possibili alterazioni del sistema immunitario. Le particelle di inchiostro, entrando nel sistema linfatico possono ipoteticamente raggiungere i vari organi, ma le conseguenze al momento non sono note.
Purtroppo chi è tatuato ha anche altri limiti: non può donare il sangue nei 4 mesi successivi a quando si è tatuato e soprattutto tatuarsi può essere uno dei principali criteri di esclusione dalla donazione di midollo osseo, ma come per il sangue si può donare a distanza di quattro mesi dall’ultimo tatuaggio. In Italia, un numero sempre maggiore di persone ha bisogno di un trapianto di midollo, adulti e bambini, purtroppo, sono rari i casi in cui un donatore nell’ambito della famiglia è compatibile e questo problema rende necessaria la collaborazione di tutti i volontari disposti ad offrirsi come donatori. In media, SOLO UNA PERSONA SU CENTOMILA È COMPATIBILE. Potrebbe essere una sorella, un fratello, un nipote e avere un tatuaggio potrebbe farci diventare “cellule di scarto” e toglierci la possibilità di salvare una vita. La compatibilità è già rarissima così.
L’Istituto Superiore di Sanità ha fatto un’indagine sul livello di conoscenza a tutto tondo degli italiani su questa moda: solo il 58,2% degli intervistati ne conosce rischi e controindicazioni. Dati che fanno riflettere e che devono almeno farci chiedere quanto sia davvero irrinunciabile avere un decoro sul nostro corpo.
Può la vanità del corpo essere più importante della vita?

#percontodismith

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