Settimana di ferragosto calda, con parecchio vento: non sono notizie meteorologiche, ma lo scenario che ha caratterizzato l’ultima settimana nella città di Brindisi. Ciò che ruota attorno al progetto di deposito costiero di GNL Edison, ha assunto finalmente quella centralità che le spettava, in una discussione pubblica non più limitata agli addetti ai lavori, ma anche, a causa proprio di una parte di coloro che avrebbero già dovuto conoscere il progetto Edison, aspetti di una banalità disarmante, tra comunicati e controcomunicati, persino imbarazzanti. Una parte politica si è così magicamente svegliata da una sorta di coma profondo, come se avesse vissuto altrove e non a Brindisi e quindi estranea ai fatti finora su cui pure si è pronunciata e in parte inciso. Dal primo momento e poi più volte avevamo evidenziato del progetto Edison tutte le oggettive e controproducenti ricadute sul porto di Brindisi, volendolo far diventare un deposito di stoccaggio, una stazione di servizio permanente a forte impatto ambientale, per giunta senza alcun vantaggio dal punto di vista occupazionale: pochi i posti di lavoro con l’impianto a regime, impianto che si collocherebbe su 300 metri lineari di banchina limitando fortemente l’utilità delle opere infrastrutturali realizzate con soldi pubblici, fino a trasformare una risorsa fondamentale per lo sviluppo logistico del porto, lo scalo intermodale, in un problema per la sicurezza dell’impianto. Probabilmente il nostro comunicato di due settimane fa (firmato assieme a Brindisi Bene Comune ed Europa Verde Brindisi), ha sortito, assieme a quello della Cgil con le associazioni ambientaliste l’effetto giusto: è bastato nel nostro dare risalto a un’altra torcia, quella prevista dalla Edison di 45 metri, inquietante e inquinante, che caratterizzerà il paesaggio brindisino come già fa la torcia del petrolchimico. Purtroppo un impianto del genere deve necessariamente prevedere una torcia, come finalmente afferma la stessa Edison, per evidenti ragioni di sicurezza e di imposizioni normative. La domanda che poniamo a quella parte politica che oggi sembra risvegliata da un lungo sonno della ragione, è se effettivamente siano convinti di ciò che affermano o se lo facciano solo per convenienza di facciata, davanti alla marea montante della giusta indignazione popolare e se il problema è appunto solo quello della torcia o, come abbiamo sempre evidenziato, l’intero progetto Edison. Come Sinistra Italiana Brindisi, ribadiamo la nostra posizione contraria all’intero progetto: vogliamo dire basta a quella politica ferma agli anni ’60 ferma ancora sullo sfruttamento delle inquinanti risorse fossili invece delle risorse naturali illimitate come sole, vento e mare per la produzione di energia, creando al contempo più posti di lavoro sostenibile e liberandoci dalla speculazione e dalla dipendenza energetica da paesi poco affidabili, scelte anacronistiche e controproducenti che tarperebbero le ali dello sviluppo del porto, che deve invece essere polifunzionale puntando anche sul turismo e sul commercio e a nuove tecnologie green. Invitiamo pertanto tutta la cittadinanza ad essere presente con noi alla manifestazione del 24 agosto prossimo, organizzata da CGIL, associazioni ambientaliste, ANPI e ARCI da sempre sensibili alla questione, per dire NO al progetto Edison e aprire una pagina sul vero sviluppo compatibile della nostra Brindisi. Sinistra Italiana Brindisi
Dove eravate prima con l’amministrazione Rossi,mi fa’ piacere che vi siete svegliati dall’intorpidimento però….