La colpa di Lino
Il rapporto tra discente e docente non è stato mai facile, in quanto in esso entrano in gioco componenti affettive, tecniche, culturali e storico-sociali non sempre prevedibili o riducibili a modelli. La problematicità di tale aspetto è sottolineata dal fatto che è stato oggetto di riflessione, ben prima di tanti esperti odierni che credono di poter dettare linee guida sulla scuola , pur non avendone avuta esperienza, delle letteratura più antiche del pianeta, quella sumerica e quella egizia, per non parlare poi delle letterature , quella greca e quella latina, che caratterizzano ancora oggi il nostro modo di pensare.
Ebbene, il modello dello scolaro discolo, che non accettava i rimproveri o le valutazioni del proprio maestro, era rappresentato da Eracle, figlio di Zeus e Alcmena e quindiportato- in virtù delle sue prerogative semidivine- ad agire di testa sua. Lo sfortunato maestro che ebbe a che fare con lui si chiamava Lino, discendente di Apollo, secondo alcune versioni del mito, esperto di musica, poesia e canto, che rimproverava spesso Eracle per gli errori commessi o per la scarsa applicazione. Un giorno, però, Eracle, perduta la pazienza, scagliò la cetra, non si sa se intenzionalmente o no, verso il maestro cherimase ucciso per la violenza del colpo subito. Se si considera che Lino erail sostituto di Eumolpo, cioè un supplente, si può ammirare ancora di più la decisione presa da Creonte, re di Tebe o dal padre terreno Anfitrione, quella di esiliare temporaneamente Ercole sul monte Citerone a pascere pecore, finché non avesse rimediato con un’azione nobile ed eroica al misfatto compiuto. Inoltre, l’incertezza del mito su chi, lo Stato o la famiglia, avesse deciso di punire Eracle, dimostra che, nella mentalità degli antichi, i fatti individuali avevanorilevanza sociale e in una polis greca il proprio comportamento , anche nella sfera privata, doveva tenere conto delle regole stabilite dalla comunità.
Oggi, questa sintonia morale tra Stato e famiglia non esiste più, ma è stata sostituita da un’alleanza tragenitori e politici volta a giustificare qualsiasi comportamento aberrante in nome di una pseudo-psicologia, di una pseudo-legalità e contro i principi sanciti dalla Costituzione riguardo all’istruzione e al merito.
Il video sul professore di un ITC di Lucca che viene minacciato, insultato e umiliato dai suoi studenti è l’ennesima prova delle conseguenze di una scuola trasformata in un’azienda e in parcheggio per ragazzi problematici e non in un centro di studio, di riflessione e di rielaborazione teorica , nonché di educazione e di convivenza civile che deve passare attraverso il rispetto , anche se faticoso, di determinate regole. E se la scuola, come diceva lo storico latino Tacito, riflette lo Stato che la propone, evidentemente questo tipo di scuola è statovoluto dalla nostra classe politica, che non dà certo esempio di buona educazione e di cultura, negli interventi in Parlamento.
Qualche giornalista, sconcertato per quanto è accaduto, ha lamentato la passività del docente, come se avesse preferito assistere ad una rissa, mentre è ammirevole l’autocontrollo da lui dimostrato nella difficile situazione.
Quanti casi di insegnanti ‘Lino’ dovremmo vedere , prima che si decida di porre freno alla violenza che sta diventando la caratteristica principale della nostra società?
La DS, prof.ssa Carmen Taurino, e i docenti dell’IISS “Marzolla-Leo-Simone-Durano” di Brindisi, nell’esprimere la solidarietà al collega vittima di questo sopruso, ribadiscono l’assoluta importanza dell’insegnamento nella formazione culturale di una nazione civile e auspicano l’intervento di tutte le forze politiche allo scopo di porre fine a questo processo degenerativo delle coscienze e delle menti e di ridare alla scuola la funzione per cui da millenni è stata creata: formare coscienze per aprire nuovi orizzonti.