BRINDISI – Di seguito la commovente lettera che Alessia Bufalo, una giovane brindisina, dedica alla sua amica/sorella Sara – brindisina anche lei – che ieri, 20 marzo, si è laureata in Giurisprudenza a Bologna, dove vive ormai da 5 anni e mezzo. Sara ha discusso la sua tesi davanti lo schermo di un pc, senza la presenza dei genitori (che sono quelli che le hanno consentito di raggiungere questo traguardo, con mille sacrifici), dei familiari e degli amici. C’era solo il suo ragazzo, ma soltanto perchè abita nell’appartamento di fronte al suo. Sara ha indossato il suo tailleur più bello e delle bellissime pantofole… Sara avrebbe potuto prendere il primo treno e quella tesi discuterla nella sua casa, con la sua famiglia. Invece, responsabilmente, ha deciso di rimanere a Bologna. Tanto, come dice Alessia, ci sarà tempo pere festeggiare alla grande. Ecco, Sara ed Alessia: due giovanissime da prendere ad esempio, come ‘donne’ (perchè dimostrano con i fatti di esserlo) e come maturità. Ad entrambe il mio plauso.
Pamela Spinelli
Scrive Alessia:
Ci saranno festeggiamenti e momenti migliori per celebrare la gioia di una laurea in via telematica a “tempo di pandemia”: ma la festa è oggi, e oggi è il momento di gioire. Tanto si parla da quasi un mese di giovani irresponsabilmente partiti dalle zone rosse per far rientro a casa, ignari della possibilità di contagiare i cari e accendere nuovi focolai; tanto si parla di genitori e familiari effettivamente contagiati a causa di spostamenti imprudenti di giovani fuori sede. Non si parla mai invece di quei giovani che, assieme a tante altre categorie, compiono oggi uno, due, mille sacrifici in più a causa della situazione emergenziale. Sara, 25 anni, brindisina trapiantata a Bologna da cinque e mezzo, è una di loro. Il 20 marzo Sara, assieme a tantissimi altri giovani come lei, indossa il completo più bello, schiarisce la voce e ripassa più volte il suo discorso di laurea… Ma i professori e i colleghi laureandi sono sullo schermo del suo computer e non in un’aula dall’aspetto solenne, tutta la sua famiglia è rappresentata dal suo fidanzato fortunatamente presente perché dirimpettaio, le scarpe nuove sostituite da un paio di – eleganti – pantofole: perché volete mettere, se uno deve laurearsi da casa, almeno il privilegio della comodità! Perché dunque il prototipo del giovane fuorisede in questo momento straordinario dev’essere il fuggitivo incosciente? Perché non prendere ad esempio chi invece ha sacrificato addirittura il giorno più bello della vita di uno studente, quello che dopo cinque lunghi anni di notti insonni e leggi, di articoli, commi e ansia per il futuro, è finalmente arrivato. È finalmente arrivato ma non potrai avere con te la tua famiglia a fare il tifo e versare qualche lacrima, i tuoi amici che parlottano e ti scattano le foto, perché anche gli amici che vivono vicino a te sono confinati nelle loro case. Non potrai brindare alzando i bicchieri nella tiepida aria primaverile né festeggiare ore e ore assieme alle tue persone per le strade della città o in un bel locale affittato per l’occasione. Sara – come parecchi suoi colleghi – avrebbe anche potuto prendere un treno e tornare a casa, per laurearsi in presenza della sua famiglia, ma ha preferito la loro e la sua salute ad una gioia condivisa e ad uno stappo di spumante o ad una torta con su scritto “dottoressa in Giurisprudenza”. Come già detto il tempo per festeggiare ci sarà, ma la festa è oggi ed oggi è il momento della fierezza e dell’orgoglio per tutti quei giovani brindisini, meridionali, italiani, che hanno sacrificato il loro giorno più bello e tutto il loro faticoso percorso di studi per la salute della collettività e le priorità di questo difficile momento storico.
Alessia Bufalo
SOLO UN COMMENTO BRAVE E ORGOGLIOSI DI AVERE UNA GIOVENTU’ DELLA NOSTRA CITTA’ CHE HA TANTI CREDITI DA RISCUOTERE PER I SACRIFICI CHE HANNO FATTO LORO E SOPRATUTTO LE FAMIGLIE DELLA NOSTRA CITTA’ DI BRINDISI.AD MAIORA.
Brava Sara, congratulazioni! Brava Alessia per le tue parole. La responsabilità civile in questo momento drammatico è un obbligo morale, ma tutt’altro che scontata.
È difficile che un genitore dica al proprio figlio di non tornare a casa in una situazione così, ma è la scelta giusta. Bravi i vostri genitori ad aver accettato la vostra scelta.
E non ci sono polemiche che tengano, perché non dobbiamo essere nemici tra di noi, ora più che mai, ma solidali.
Il nemico è il virus che già di suo è molto forte perché è subdolo. Non ha bisogno certo del nostro aiuto per propagarsi.
Se fosse in grado di ridere penso di farebbe un mucchio di risate per la nostra stupidità.
Sara, ci sarà modo e tempo per rifarti. Ne sono sicuro. Complimenti ancora. Anche per le pantofole. Giancarlo Romano
Fiera di voi ragazze …🥰brava ad Alessia e congratulazioni a Sara 💕.
Ad maiora semper!