Omicidio Stasi, 10mila euro in casa di uno dei due indagati: “Sono frutto del mio lavoro”

Paolo Stasi

La mattina del 9 novembre, giorno in cui fu poi ucciso con due colpi di pistola sull’uscio di casa a Francavilla Fontana, Paolo Stasi incontrò il suo amico 18enne, indagato – assieme ad un altro ragazzo – per quell’omicidio, avvenuto alle 18 del pomeriggio. In realtà, capitava spesso che si incontrassero, per lo più in casa di Paolo, dove erano soliti giocare con la playstation. Ed è proprio sul ruolo di questo ragazzo, che ha compiuto la maggiore età pochi giorni dopo il delitto e che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, che si stanno concentrando le attenzioni degli inquirenti che i primi di dicembre hanno effettuato una perquisizione nella abitazione in cui vive con i genitori. Nel cassetto della sua cameretta hanno trovato e sequestrato quasi 10mila euro in contanti, custoditi in una scatola. Una cifra oggettivamente spropositata per un ragazzo di quell’età. Tramite il suo legale, l’avv. Leonardo Andriulo, il 18enne ha spiegato che la somma sarebbe frutto, in gran parte, del lavoro che dal 2021 svolge per l’azienda di un parente, dove è inquadrato come collaboratore familiare. Il resto, sarebbero regali avuti per il compleanno. Nell’ambito della perquisizione, sono state trovate anche una pistola scacciacani – subito restituita – ed una pistola a gas, riproduzione di una Glock 17 che è stata sequestrata assieme al denaro. L’arma – avrebbe detto il ragazzo – è una pistola da softair, quello sport in cui si usano armi giocattolo ad aria compressa. Il suo avvocato ha deposito istanza di dissequestro al Tribunale del Riesame che deciderà nei prossimi giorni. E’ mistero, invece, sul secondo indagato: al suo legale, il 18enne ha riferito di non conoscere neppure il nome del ragazzo con cui condivide l’ipotesi, gravissima, di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi.

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