Da quando si è iniziato a saperne di più sull’incredibile varietà di microrganismi che popolano il nostro tratto intestinale, sono stati scoperti collegamenti inaspettati tra la composizione del microbiota e alcuni aspetti della nostra salute: non solo quelli più immediati e apparenti, come la salute del tratto digestivo oppure l’obesità, ma anche meno ovvi, come il funzionamento del sistema immunitario o addirittura del cervello. Tanto che, soprattutto negli Stati Uniti, si parla addirittura di usare “microbi dell’umore”, o “psicobiotici”, come supplementi per migliorare la salute mentale. Uno degli studi che ha inaugurato il filone della ricerca su batteri e cervello è stato condotto in Giappone : i ricercatori dell’Università di Kyushu scoprirono che i topi germ-free, ossia allevati in ambienti sterili, privi di batteri intestinali, quando si trovano in situazioni di stress hanno in circolo una quantità di cortisolo(l’ormone dello stress) circa doppia rispetto ai topi normali. Su questo fatto molti ricercatori hanno poi dedicato grande attenzione.Un gruppo dell’Università di Cork, in Irlanda, sta, inoltre, studiando i legami tra microbiota e depressione a partire dall’osservazione che nell’intestino dei pazienti depressi è presente una minore diversità di batteri: l’ipotesi è che questo squilibrio possa avere un ruolo nella genesi del disturbo. I ricercatori considerano anche l’ipotesi che una dieta che altera la salute dell’intestino, per esempio un’alimentazione con poche fibre, potrebbe rendere più vulnerabili.

  Ricercatori dell’Universtà dell’Illinois, hanno individuato una possibile via metabolica attraverso cui potrebbe realizzarsi il collegamento tra intestino e cervello. Gli studiosi hanno scoperto (in studi su animali ) che alcune popolazione di batteri sono associate alla presenza di maggiori o minori quantità di certi ormoni e metaboliti nel sangue e nel cervello. La loro ipotesi è che squilibri del genere, durante lo sviluppo fetale, possano contribuire all’insorgenza di disturbi correlabili all’ autismo.

Ricercatori del California Institute of Technology stanno invece studiando il ruolo dei batteri intestinali in una malattia neurodegenerativa come il morbo di Parkinson.

 Si tratta per ora soltanto di ipotesi, tuttavia la ricerca in questo ambito interessa molti scienziati e psichiatri, anche perché in mancanza di terapie efficaci per molti disturbi mentali, approfondire studi e ipotesi sulla loro genesi potrebbe comunque rivelarsi utile.

Dott.ssa Emanuela Giannuzzo 

Via Cristoforo Colombo, 92

Laureata in medicina e chirurgia

Specializzata in Medicina estetica e Nutrizione Clinica

Medico abilitato alla Professione di Medico di Medicina Generale

Medico abilitato alla urgenza ed Emergenza territoriale

CONDIVIDI

LASCIA UN COMMENTO