Non penso che il centro sinistra a cui si sta lavorando per le prossime elezioni amministrative non debba dialogare con altre forze che intendano partecipare ad una alleanza per il cambiamento. Anzi.
Ho partecipato, da semplice militante della sinistra e di Liberi e Uguali, alla definizione della coalizione progressista e democratica che ha scelto Riccardo Rossi come suo candidato a sindaco della città. Una coalizione, come lui stesso ha affermato, in queste ore, aperta a movimenti, associazioni, personalità che si riconoscono in valori comuni della sinistra e del centrosinistra.
Nessuna preclusione ad eventuali contributi e ad altre liste. Rossi ha parlato di altre due liste che potrebbero arricchire l’alleanza.
Brindisi, per i danni politici e amministrativi subiti in questi anni, rappresenta una “anomalia lunga” e più di ogni altra realtà ha bisogno di chiarezza, coerenza e certezza. L’alleanza formatasi attorno a Rossi ha voluto dare una risposta a questo bisogno.
La sinistra e il centrosinistra hanno sentito forte questo dovere.
La instabilità di cui la città subisce da tempo sono le conseguenze di individualismi esasperati e di miseri e micro interessi che sono risultati determinanti anche grazie al proliferare di liste civiche, alla mancanza di forze politiche e di alleanze chiare e autorevoli.
Le esperienze passate e il diffondersi delle crisi che hanno privato e privano le comunità di amministrazioni stabili, durature, tranquille, impongono riflessioni e comportamenti conseguenti, sia per il tipo di alleanze che si vanno a definire, sia nella composizione stessa delle liste. Non mi hanno mai convinto le liste fai da te, proposte all’ultimo momento come contenitori di indistinti di destra e di sinistra(modello Emiliano e, nel passato brindisino, modello Antonino). Ho fatto tesoro per questo giudizio delle esperienze personali maturate, nel bene e nel male, in molti anni di attività politica.
Continuo a credere nella politica e nella funzione dei partiti che oltre a ridiventare luoghi di confronto, di proposte, di idee, dovrebbero ritornare a selezionare i propri rappresentanti e per quelle che sono le loro responsabilità rispondere al popolo e agli elettori.
Il dialogo e il conseguente accordo tra il movimento Brindisi Bene Comune, il PD e Liberi e Uguali (Sinistra Italiana, Art1,Possibile) non è stato ne’ frettoloso e ne’ tantomeno escludente. E’ stata fatta invece la scelta unitaria migliore per dare alla città una certezza e un punto di partenza chiaro, diverso rispetto alla giostra elettorale che stancamente e ritualmente, ancora una volta, si sta consumando con il protagonismo dei soliti noti. Qualcuno, non so quanto consapevole, avrebbe la pretesa di estendere questo rituale a livello provinciale per recuperare tra l’altro una formazione politica che a livello nazionale si è autosciolta. Boh?
Si è voluto anche per questo evitare di far parte di questa giostra. Si è scelto un candidato sindaco di sinistra, autorevole, competente, espressione di un movimento che è cresciuto e che ha scelto di andare oltre la mera testimonianza e la contrapposizione a prescindere.
Chiarezza quindi e coerenza. E’ questo il contributo che si è voluto dare alla città. Con responsabilità ci siamo uniti per unire la città a ritrovarsi e a reagire rispetto alle disastrose esperienze passate e ai danni subiti.
Impegnare forze e movimenti che, pur richiamandosi a valori e sensibilità comuni della sinistra, del cambiamento, della solidarietà, nelle elezioni amministrative si sono presentate sempre divise, è un atto di responsabilità, di unità, di amore e di generosità verso la città. Aver unito queste forze oltreché essere un atto di chiarezza e di coerenza, è anche un modo per ridare quella certezza a Brindisi di cui ha tanto bisogno per rompere con il passato e per rientrare in una sana normalità.
Le dinamiche e le liturgie della formazione di liste civiche e la ricerca di contenitori dove far transitare di tutto e soprattutto la trasmigrazione trasformistica dei soliti noti e che in ogni competizione elettorale si presentano per imporre se stessi, i loro voti, le loro presunte e presuntuose virtù, hanno già dato il peggio e hanno contribuito solo a rendere ingovernabile la città.
Aver unito la sinistra per costruire un nuovo centro sinistra può aiutare il cambiamento di un sistema politico amministrativo sclerotizzato, da anni instabile e inconcludente e come tale pervasivo, condizionabile e ricattabile.
Siamo consapevoli di essere in controtendenza anche rispetto alle prossime elezioni politiche del 4 marzo che dividono e divideranno molti dei protagonisti. Ma c’è la città e poi pensiamo già al 5 marzo.
Questa unità costruita sui valori, chiaramente espressi nel documento di intenti sottoscritto, sarà chiamata, nei prossimi giorni a definire i contenuti di rottura con il passato, a rendere comprensibile, realizzabile ciò che si vuole fare nel solo interesse dei molti e non più dei pochi. Insomma oggi c’è la proposta politica e chi la deve rappresentare. Nei prossimi giorni dovrà iniziare il lavoro nella città, nei quartieri, per strada per presentarsi ed ascoltare, per costruire con le associazioni, i giovani, le rappresentanze degli interessi, le prime proposte per la rinascita di Brindisi.
Liberi e Uguali darà il suo contributo per una economia sostenibile per i molti e non per pochi. C’è un principio che da tempo circola in Europa secondo cui “le città che hanno un futuro sono quelle che lo hanno già scelto”. Noi vogliamo dare il nostro contributo a scegliere il futuro di Brindisi prima che sia troppo tardi.
Nuove alleanze e le convergenze possibili devono essere coerenti con questi valori e questi intenti.
La città la si può recuperare, anche al voto, se c’è chi è in grado di garantire, autonomia, chiarezza, coerenza e certezza di stabilità e di governabilità.
Il proliferare di liste civiche, di associazioni sorte per l’occasione elettorale, gli stessi di sempre, il protagonismo individuale che si ripresentano in ogni tornata elettorale non sono un buon viatico e rappresentano il passato.
E a chi ha avuto nel passato, nel bene e nel male, responsabilità politiche, amministrative, viene chiesto un atto di generosità: farsi da parte e, se vuole, aiuti il rinnovamento per unire la città nella chiarezza. Ed è quello che da tempo io ho deciso di fare.
Carmine Dipietrangelo