INTERVISTA BASKET: Andrea Arnaldo da Brindisi a Trieste per inseguire i suoi sogni – di Dario Recchia

Domenica 17 gennaio 2021, al palaRadi di Cremona va in scena la partita di basket di Lega A tra la Vanoli Basket Cremona e l’Allianz Pallacanestro Trieste. Dopo un primo tempo equilibrato Trieste allunga nel punteggio sino ad arrivare ad un vantaggio di quasi 20 punti. Il navigato coach ospite Eugenio Dalmasson regala due minuti al 18enne brindisino Andrea Arnaldo che, con grande personalità e freddezza, si conquista il suo spazio nel tabellino finale con due rimbalzi all’attivo (di cui 1 offensivo), un 2/2 ai tiri liberi ed una tripla dopo una finta di scarico ad un compagno degna di un giocatore “consumato”. La partita termine con il punteggio di 80-101 con i giocatori triestini festanti per la prova del loro under.
Andrea Arnaldo è nato a Brindisi il 27-7-2002, ala di 196 cm è cresciuto nel vivaio dell’Aurora Brindisi vincendo diversi titoli regionali con la Under 15 e 16 Eccellenza. Già nel 2016 partecipa ai primi raduni giovanili di Pescara, Ferentino, Roma, Roseto tanto da farsi notare da club importanti. Nel 2017 partecipa ad un provino della Pall. Trieste 2004 che lo richiede alla sua società di appartenenza. Di lì il primo grande passo verso un mondo pieno di soddisfazioni ma soprattutto di grandi sacrifici e rinunce. Andrea si allena con il settore giovanile di Trieste e gioca con l’Under 16 e l’Under 18, poi anche in serie D. Arrivano le prime chiamate con le nazionali giovanili e, nel 2018 partecipa all’europeo U16 A Novi Sad (Serbia). Nelle ultime due stagioni partecipa anche alla Next Gen, con quasi 14 punti di media nell’ultima edizione. In estate la chiamata ad unirsi con la prima squadra per il raduno e la successiva presenza stabile nel roster friulano con Dalmasson che in estate dice di lui “è un ragazzo umile, con molta voglia di migliorare e che potrà crescere molto con questa esperienza che andrà a fare”.

Andrea partiamo dall’inizio. Come nasce l’idea a soli 15 anni di andare via da Brindisi.

“Avevo pensato di provare a fare un’esperienza lontano da Brindisi dopo essere cresciuto nelle fila dell’Aurora e tra le diverse società che mi avevano cercato l’impressione migliore è venuta da Trieste. Avevo sensazioni strane, da una parte l’euforia per la nuova avventura e la felicità perché provavo ad investire del tempo in ciò che mi piace e dall’altra lo shock perché a 15 anni andavo via da casa. In tutto ciò la mia famiglia mi ha aiutato molto perché mi ha lasciato libero di scegliere e fortunatamente devo dire che sono felice del passo che ho compiuto”.

Ha avuto molto risalto i tuoi due minuti della partita contro Cremona ed i primi punti in serie A. Alla ripresa degli allenamenti hai portato i pasticcini per festeggiare ?

“A dire la verità ho dovuto portare doppia razione di pizze sia perché ho realizzato i primi punti nel massimo campionato di basket sia perché ho timbrato anche il punto numero 100 (sorride ndr). In realtà è stato tutto molto semplice perché i miei compagni mi hanno dato sempre fiducia, americani compresi. Era la prima volta che tiravo in Lega A e non ti nascondo che durante il primo tiro libero ero abbastanza teso. Però intorno a me c’è un gruppo davvero stupendo che in ogni momento ed ogni giorno sono sempre pronti a darmi consigli ed a farmi sentire uno di loro. Alla fine della partita è stato bello ridere e scherzare nello spogliatoio”.

Come ti trovi a Trieste ed in questa squadra senior di serie A?

“All’inizio è stato tutto molto bello. Ogni giorno conoscevo un pezzo di questa bellissima città, mi sembrava quasi di stare in vacanza. Poi ci sono stati momenti un po’ più difficili ma l’affetto della gente e la presenza del mare come a Brindisi mi hanno aiutato molto. Devo dire che in squadra ci sono compagni fantastici. Potrei parlarti di Daniele Cavaliero sempre pronti a darmi un mano, di Andrea Coronica, Matteo Da Ros oppure dell’americano Myke Henry con il quale ci scambiamo sempre delle idee. Mi sono sempre sentito accettato non come un under ma come un componente della squadra. Ma non escluderei nessuno compreso la società composta da straordinari professionisti”.

Parliamo allora di questa squadra e delle difficoltà che avete ad inizio campionato con alcuni del team colpiti dal covid. Un momento difficile immagino.

“Abbiamo perso tre partite contro Brindisi, Milano e Brescia e non è stato facile recuperare soprattutto mentalmente. Però tutto lo staff societario, i fisioterapisti ci sono stati sempre vicini in ogni momento e la compattezza del gruppo ci ha aiutato a venire fuori dalle difficoltà”.

Come si svolge la tua giornata tipo?

“La mattina vado a scuola, frequento l’ultimo anno di un istituto tecnico e conto di iscrivermi all’università il prossimo anno. Tra lezioni a distanza ed in presenza la mattina studio e recupero, nel primo pomeriggio, le sedute di pesistica che non faccio la mattina. Dopo pranzo piccolo riposino, palestra e normalmente alle 17 allenamento con la prima squadra. Al termine ritorno a casa, cena ed a studiare per il giorno dopo. E’ pesante ma se vuoi migliorare devi fare sacrifici anche perché la scuola è molto importante per me”.

A febbraio ci saranno le final eight di Coppa Italia e Trieste affronterà Brindisi proprio nel primo turno. Chi pensi potrà vincere il torneo e chi potrà essere la sorpresa?

“Giocare contro Brindisi sarà strano. E’ già accaduto in campionato quando ero in panchina e non seduto sui gradoni del Palapentassuglia e vedere la squadra della mia città. Sarà bello incontrali nuovamente. Trieste è un gran gruppo e potremo far bene. Ovvio che Milano è la favorita per l’aggiudicazione del torneo ma sappiamo tutti che in gare secche può accadere di tutto anche perché si sono qualificate belle realtà”.

A 18 anni sognare non è vitato, qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Quando gioco a basket sono felice e se lo fai per lavoro è tutto ancora più bello. Piace a tutti sognare di diventare un giocatore di Eurolega oppure approdare nella NBA. Però io non guardo molto lontano. Ogni giorno mi alleno duramente per migliorarmi e crescere, questo è il mio sogno appena mi alzo. Non nascondo però che vorrei diventare un ingegnere e creare progetti che possano aiutare gli altri a stare meglio. Pensare di fare qualcosa per gli altri ed aiutare questo mondo ad avere un impatto energetico migliore è qualcosa che mi stuzzica molto. Un passo alla volta e tanto sacrificio con l’umiltà che deve sempre accompagnarmi nelle cose che faccio”.

 

Dario Recchia

 

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