Integrazione scolastica, lo sfogo di una educatrice: “Non facciamo di tutta l’erba un fascio. Mai strumentalizzare chi è meno fortunato”

BRINDISI – Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una educatrice del servizio di integrazione scolastica.

La mattina verso le ore 7:00 suona la sveglia consapevole della giornata che dovrò affrontare: figli da accompagnare a scuola, infinite commissioni, il lavoro….già il lavoro, in questa parola si può racchiudere un mondo, ma oggi voglio parlarvi del mio.

Sono un’educatrice scolastica che presta assistenza a due utenti, anzi no, permettete di correggermi, presto assistenza a due ragazzi delle scuole superiori che hanno diverse “difficoltà”. Nel tempo ho imparato ad amare quello che faccio, grazie ai ragazzi, sono loro a trasmettere tanto, a non dare nulla per scontato. A loro dico grazie. Non è stato semplice dopo tanti anni di esprerienza continuare a tacere mentre gente senza qualifiche magicamente “passava avanti”. Ogni mattina per un intero anno ho atteso che il cellulare squillasse, ogni mattina una nuova nomina, una nuova avventura. Tutto nell’estremo silenzio, ma dentro me avrei voluto urlare. Ho accettato senza batter ciglio, a dispetto di coloro che essendo “spalleggiate” hanno ricevuto, ovviamente, trattamenti diversi: nomina annuale, istituto a pochi metri da casa. Ho stretto i denti, nulla è dovuto nonostante siano stati calpestati ed ignorati i miei anni di esperienza, i miei diritti, ma sono andata avanti .

Il mio non è un lavoro ma un prestare servizio a terzi, dare me stessa a chi ne ha realmente bisogno. Prima di essere educatrice sono una operatrice socio sanitaria (OSS) e quindi qualificata per diverse situazioni, questo mi impone deontologicamente, qualora fosse necessario, di assistere l’utente con tecniche sanitarie, QUESTO PER ME NON È UN PESO, anzi, una soddisfazione personale per aver raggiunto una preparazione tale da essere pronta in diverse situazioni!
La cooperativa per cui lavoro, citata ultimamente dai vari organi di stampa, ha dato a me e alle mie colleghe, la possibilità durante lo scorso anno di partecipare a numerosi corsi di formazione professionale e soprattutto di studiare e laurearci! Non posso che essere grata per la loro serietà e disponibilità su tutti i fronti organizzativi ed economici.
Il servizio di integrazione scolastica è diviso tra l’Amministrazione comunale e la Provincia, creando diversi malumori tra noi colleghe; circa 1 anno fa ci fu proposto di scegliere se continuare a lavorare nell’ambito (con le canoniche 30 ore settimanali) o transitare in Provincia (24 ore settimanali). Ho scelto la Provincia, e questo ha comportato e una grande sfida perché gli utenti da affiancare sarebbero stati delle scuole superiori e quindi decisamente più impegnativi.
Non ho mai alzato la voce o preteso di lavorare sotto casa (purtroppo non è così per tutti noi!) Ho accettato qualsiasi condizione in silenzio sapendo che chi sta nel giusto non ha mai da recriminarsi nulla…
Ma una cosa voglio dirvela: “Mai fare di tutta l’erba un fascio, perché c’è chi come me ha imparato ad amare questo lavoro e sopratutto MAI si permetterebbe di strumentalizzare sulle difficoltà di ragazzi meno fortunati!” .Ogni giorno i miei figli sono entusiasti di sentire come è andata la mia giornata di lavoro, perché educare e sensibilizzare è alla base di tutto!

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