“IL POETA CHE NON SA PARLARE”: NINO D’ANGELO AL TEATRO IMPERO DI BRINDISI

Martedì 15 marzo 2022 – con inizio alle ore 21 – al Cinema Teatro Impero di Brindisi è in programma il concerto di Nino D’Angelo per il tour “Il poeta che non sa parlare”. La data brindisina è organizzata da Aurora Eventi. Prezzi dei biglietti: poltronissima 40 € + d.d.p.; poltrona 30 € + d.d.p.. Prevendita sul circuito TicketOne (link bit.ly/3k4SSlW) e nei punti vendita autorizzati. Ingresso consentito solo con Green Pass Rafforzato e utilizzo obbligatorio della mascherina FFP2.

Un periodo intenso per Nino D’Angelo grazie al suo progetto “Il poeta che non sa parlare”, diviso tra un libro, un album e un tour in partenza il 3 marzo che toccherà in pratica tutta l’Italia. «Sarà una tournée – ha detto il cantante napoletano – nella quale proverò a ricomporre una storia lunga 40 anni, iniziata con “Nu jeans e ‘na maglietta”, la canzone che ha segnato il mio primo successo. Nello stesso tempo sarà anche l’occasione per festeggiare il mio 65esimo compleanno e raccontarmi a tutto tondo rivelando anche alcuni aneddoti divertenti che in pochi conoscono».

Insomma, l’artista canterà i pezzi che gli sono valsi il successo e l’affetto dei suoi fan, da quelli del ragazzino col caschetto biondo, che sfrecciava in scooter per le strade di Napoli seguendo l’amore per le ragazze e per il calcio dopo l’arrivo di Maradona, come “Nu jeans e ‘na maglietta”, “Pop corn e patatine”, “Maledetto treno”, a quelli della svolta musicale, come “Senza giacca e cravatta”, “Jesce sole”, “O pate” e “Brava gente”. Non mancheranno i brani del suo ultimo lavoro discografico, “Il poeta che non sa parlare”, uscito lo scorso ottobre, come “Voglio parlà sulo d’ammore”, “Cattivo penziero”, “Sultanto si perdesse a te” e “Campio’”, la struggente dedica all’ex capitano del Napoli, Maradona. «Una canzone che ho scritto di getto subito dopo la scomparsa di Diego – ha aggiunto l’artista – perché solo così, solo in quel momento, avrei potuto catturare emozioni profonde e vibranti. Canterò con grande rispetto».

Il poeta che non sa parlare” è una delle tournée più attese dell’anno, che nell’esperienza di Nino D’Angelo si colloca sulla scia del successo riscosso, per esempio, nel 2013 al Teatro San Carlo di Napoli con il melodramma “Memento-Momento”, dedicato al cantautore e compositore Sergio Bruni, al fianco del maestro Roberto De Simone che curò la composizione strutturale cameristica; oppure sull’onda della straordinaria partecipazione allo stadio San Paolo di Napoli – oggi intitolato a Diego Armando Maradona – nel 2017 in occasione del suo 60esimo compleanno.

Lo spettacolo è prodotto dalla Di.Elle.O e distribuito dalla Stefano Francioni Produzioni. “Il poeta che non sa parlare” è anche un album e un libro – edito da Baldini + Castoldi – che raccoglie una serie di aneddoti sulla vita che hanno caratterizzato la carriera artistica di D’Angelo, ma anche la narrazione di episodi legati al privato, come per esempio quando parla del padre, il suo primo falsario… Il titolo del progetto evoca un momento legato «All’esperienza della scuola – ha spiegato D’Angelo – quando la professoressa di italiano delle medie mi disse: tu sei un poeta che non sa parlare, arrivi al cuore anche quando ti esprimi male. Sulle prime la presi come un rimprovero, in realtà era un grande complimento. Questa frase mi è rimasta impressa da allora ed è ora di condividerla con il mio pubblico». Il concerto, così come il libro, è un rosario di ricordi, di momenti, di fotogrammi in pausa nella memoria di un artista che torna a Brindisi per riavvolgere il film e affidare parole nuove alla sua poetica. «Volevo ripercorrere la mia storia – ha concluso Nino D’Angeloperché avevo tanto da raccontare, tra incontri, successi, cadute ed evoluzioni, quindi ho scritto pensando di dovere qualcosa al mio pubblico. Non volevo fare un album, pensavo che non avesse senso scrivere canzoni durante una pandemia, che non fosse il tempo giusto tra paure e distanze. Poi è accaduto ciò che non mi sarei aspettato: Jorit, lo street artist napoletano famoso per la sua ricerca sul volto umano, dopo aver realizzato i murales di Maradona, Che Guevara e Pasolini, ne ha fatto uno su di me a San Pietro a Patierno, il quartiere dove sono cresciuto: vedendolo, ho scritto una canzone d’un fiato, “Pane e canzone”, e ho chiesto a Toni Servillo di leggere i primi versi in italiano. Lui ha accettato con la semplicità e l’umiltà che appartengono solo ai grandi, e questo mi ha spronato a scrivere un intero album».

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