BRINDISI – Nella mischia della prossima campagna elettorale questa volta ci sarà – sin dall’inizio – anche il notaio Michele Errico, intenzionato ad andare fino in fondo per restituire ai cittadini la possibilità e la voglia di riprendersi la propria città e di autodeterminarne il futuro.
L’entusiasmo è quello di sempre, ed anche i principi, i valori e le idee che lo muovono sono gli stessi.
“A breve convocheremo una conferenza stampa per presentare il nostro manifesto, che sto preparando avvalendomi del contributo di persone eccezionali: chiederemo ai cittadini di impegnarsi in prima persona e ci rivolgeremo soprattutto a coloro i quali non sono confinati nei partiti, o peggio ancora nelle cupole, dove i pupari muovono i propri pupi a piacimento”.
Già, perché il cruccio maggiore del notaio è che i cittadini e gli amministratori non abbiano avuto in questi anni le mani libere per compiere autonomamente le scelte migliori per la città: “Al momento siamo una quarantina di amici del campo cattolico, intendo dell’area del laicato cattolico: le linee ideali da me tracciate si basano sulla dottrina della Chiesa e sull’umanesimo sociale, liberale e cristiano. Ritengo fondamentale il principio di libertà: se una persona non è libera non potrà mai compiere scelte autonome; devi essere libero per fare solidarietà”.
Ma come fare a vincere la ritrosia della gente comune ad uscire dalle proprie case ed offrire il proprio contributo? “Siamo abituati a lamentarci, ed è inutile addossare la colpa agli altri se poi, quando se ne ha l’occasione, si sceglie di non attivarsi in prima persona; bisogna assolutamente superare il familismo della nostra società. Noi chiediamo ai cittadini di partecipare alla formazione del programma: alcune bozze sono già state preparate dal Comitato scientifico di cui mi avvalgo, ma il resto dovrà essere il frutto del confronto, che è alla base della formazione della classe dirigente. Nessuno ci deve imporre niente da fuori: le scelte dovranno essere prese dal Consiglio comunale, che deve tornare centrale nell’azione amministrativa, ed anche i consiglieri di opposizione potranno partecipare alle riunioni di Giunta”.
Altro elemento lodevole dell’iniziativa politica intrapresa dal notaio e dai 40 amici che lo supportano (tra i quali vi è anche il professore Damiano Mevoli) è la gratuità del tempo messo a disposizione della comunità. Tutto bello, ma purtroppo gli ideali e le motivazioni messe sul piatto dal notaio devono camminare e trovare attuazione attraverso gli uomini, ed il timore è che la falda possa essere inquinata dai soliti noti.
“Noi aborriamo dalle sterili ideologie, ci approcciamo con umiltà, senza crederci migliori di altri: detto questo, è normale che siamo interessati alle storie di vita di chi si avvicinerà. Faccio un esempio: se uno ha portato nocumento alle persone attraverso il suo credo da industrialista convinto, è normale che non potrà trovare spazio da noi, che invece seguiamo le direttrici della tutela dell’ambiente, della salute e della redistribuzione delle risorse”.
L’ex Sindaco e Presidente della Provincia, poi, sposta il discorso dal generale al particolare, commentando le fresche notizie inerenti l’Università e l’Aeroporto.
“L’Università a Brindisi l’ho istituita io, quindi so bene come stanno le cose. La limitazione delle nostre aspirazioni deriva dalla circostanza che il nostro Comune deve pagare per avere i corsi a Brindisi, mentre le Amministrazioni di Lecce, Bari e Taranto non escono un euro per l’università. Quelle sedi universitarie si sostengono con i fondi dello Stato e della Regione, mentre qui il peso è accollato sul Comune, che non può più permettersi di sostenere una spesa del genere.
Quando ero Presidente della Provincia firmai un protocollo d’intesa con il Rettore Laforgia, attraverso il quale destinavamo il collegio Tommaseo come sede universitaria, e l’Università si impegnava a stanziare 10 milioni di euro per la ristrutturazione dello stesso. Quel discorso si è poi interrotto ed adesso nel documento amministrativo si trova scritto che le amministrazioni locali non sono interessate all’università. Una volta chiesi a Laforgia: ‘Ma le amministrazioni comunali di Taranto, Lecce e Bari vi pagano qualcosa per mantenere i corsi universitari?’, e lui mi rispose di no. Di fronte a questo è necessario che la politica locale si muova, invece non sento un solo parlamentare, né un consigliere regionale spendere una parola su tutto ciò. La Regione deve ripartire i soldi tra tutte le sedi universitarie: in fondo, anche il problema della cittadella della ricerca proviene proprio dalla iniqua distribuzione delle risorse.
Stesso discorso vale per l’Aeroporto del Salento: senza credibilità istituzionale, senza autorevolezza, anche di carattere personale, è naturale attendersi quanto sta accadendo. L’Assessore regionale allo Sviluppo Economico è tarantino, nel Cda di Aeroporti di Puglia e nella Giunta regionale non c’è nessun brindisino: non ci possiamo sorprendere del fatto che i tarantini reclamino qualcosa per il loro territorio; il problema risiede semmai nel nostro insufficiente peso politico. Acierno era mio Capo di Gabinetto ed abbiamo avuto l’autorevolezza per spingere affinché venisse eletto prima come Presidente del Distretto aeronautico e poi come Amministratore unico di Aeroporti di Puglia. Ora, qual è la soluzione? Creare un asse forte Brindisi-Lecce, due realtà complemetari che si prestano a divenire un’Area metropolitana unica; da soli non ce la facciamo. Noi stiamo già lavorando, anche attraverso rapporti personali, affinché ciò possa trovare attuazione, così come stiamo studiando i flussi economici per riuscire ad intercettare le risorse utili per la costruzione di collegamenti che vadano dall’Aeroporto di Brindisi fino a S. Maria di Leuca; la soluzione non può essere quel piccolo shuttle”.
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Andrea Pezzuto Redazione |
Miserere nobis
Mi sembra veramente un bellissimo programma ,a cui mi auguro segua una concretezza.Abbiamo veramente bisogno di riaggregarci attorno a dei seri e veri progetti che peraltro abbiamo nel nostro dna e che sono attualmente offuscati da un mondo che sembra senza speranza .Pero’ il Cristiano è l’Uomo della speranza quella stessa speranza che ci deve spingere a impegnarsi nel quotidiano e con le piccole scelte quotidiane senza compromessi credendo che si può cambiare anche quello che sembra impossibile
Condivisibile l’analisi e le osservazioni fatte dal Notaio Errico,ma nel programma politico per le amministrative ,e dopo il 4 Marzo,suggerirei una attenzione alle “Pari Opportunita”,magari formando una lista di 16+16=32,senza dimenticare che nella passata amministrazione erano complessivamente circa il 30%. La stessa sensibilita’ dovrebbero averla le eventuali liste di coalizione,questa si’ sarebbe una bella novita’ gradita al mondo femminile che sono la maggioranza degli elettori.