Gli avvocati di “Nuova vita forense” lanciano il loro messaggio Pec alla Cassa forense

La situazione venutasi a creare in seguito all’epidemia da Covid 19 in corso ed ai provvedimenti sempre più restrittivi adottati dal Governo, da febbraio ad oggi, impedisce agli Avvocati lo svolgimento di qualsiasi attività giudiziale e stragiudiziale, con grave pregiudizio per tutta la classe forense.
Il generale stato dell’economia nazionale porterà prossimamente e chissà per quanto tempo, all’impossibilità di ottenere il pagamento delle parcelle maturate, dal pubblico e dal privato.
In questo contesto, gli avvocati ritengono del tutto, risibile l’iniziativa presa dalla Cassa Forense, che, essendo gestita dagli stessi avvocati, per il tramite dei delegati, dovrebbe avere ben presenti le esigenze e le difficoltà contingenti dell’intera categoria, ricercando, con la dovuta abnegazione e vicinanza, tutte le più opportune e fattive soluzioni.
A tale fine Nuova Vita Forense ha pubblicato sui propri canali social l’iniziativa dell’invio di una pec alla Cassa Forense alle ore 17 del 16 marzo 2020 con la quale si pone in evidenza il profondo turbamento e la grande delusione, in riferimento alla sospensione dei termini per il pagamento dei contributi minimi obbligatori dovuti nell’anno in corso.
“È pacifico che i termini trimestrali (febbraio-aprile-giugno) sono meramente ordinatori, tant’è che, già prima della delibera in discussione, era possibile, di fatto, pagare tutti i suddetti contributi, contestualmente, entro il 30 settembre, senza alcuna sanzione, né interessi”.
Gli avvocati, con estrema deferenza, ma anche con disperata fermezza, richiedono quindi di voler considerare l’adozione dei seguenti provvedimenti:
– abolizione dei minimi contributivi obbligatori dovuti nell’anno in corso, per tutti gli iscritti;
– imputazione della rata, eventualmente già versata a febbraio, alla contribuzione dovuta, dal singolo iscritto, per l’anno successivo;
– salvezza dei diritti pensionistici connessi all’anno in corso.
La pec prosegue con il suggerimento che, a parziale compensazione del mancato introito, il CdA potrebbe disporre la decurtazione degli stipendi ed emolumenti di tutti i componenti degli Organi della Cassa Forense, dimostrando un gesto di grande sensibilità e condivisione verso l’intera categoria, in notevole difficoltà. L’iniziativa, di già,  ha trovato ampia adesione nei colleghi del Foro di Brindisi e di quelli prossimi.
                       Nuova Vita Forense
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