Furto di 18 mln per il Porto di Brindisi!!! Ma è una fake news. Cui prodest?

BRINDISI – Cui prodest? A chi giova alimentare questo clima divisivo, che fa disperdere energie positive appresso a notizie artatamente messe in giro da chi, non è chiaro per quali ragioni, ha interesse a gettare discredito e “buttarla in caciara”?.

Fa specie osservare come le polemiche attorno all’Autorità Portuale siano cessate nel periodo antecedente la nomina del Segretario generale e stiano ricomparendo adesso che la scelta è stata effettuata (e non è ricaduta – come auspicato da molti – su una figura professionale brindisina).

L’ultima polemica in ordine di tempo è di queste ore, e nel caso di specie trattasi a tutti gli effetti di fake news, rimbalzata anche su alcuni siti nazionali specializzati. Tutto nasce da un decreto ministeriale da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale atto a rimodulare la dotazione finanziaria per 6 porti (tra i quali Brindisi), la quale era stata stabilita attraverso la Legge n. 166 del 2002. Nel decreto si fa riferimento ad una decurtazione delle risorse destinate al Porto di Brindisi nella misura di circa 18 milioni di euro (da 27,5 mln a 9,5 mln). In città si è subito scatenato una sorta di psico-dramma, ma bastava leggere le opere rientranti nel decreto per comprendere che non si tratta di una privazione di risorse per il Porto di Brindisi ma di una semplice rendicontazione. Nel quadro prospettico allegato al decreto in oggetto, infatti, si fa riferimento ad un azzeramento dei 14 mln stanziati per la Stazione Marittima di Costa Morena-Punta delle Terrare e ad una decurtazione dei fondi finalizzati al consolidamento della banchina del Monumento al Marinaio, del Canale Pigonati e del Lungomare Amm. Millo.

Posto che i lavori di consolidamento delle banchine sono già stati completati e che quelli riguardanti la realizzazione della Stazione Marittima sono ripresi a spron battuto, non è allora difficile comprendere che nel primo caso si tratta esclusivamente di una rendicontazione attestante le economie di spesa residuate dall’appalto originario mentre nel secondo caso si è in presenza di una differente copertura finanziaria dell’opera. La Stazione Marittima, infatti, è stata finanziata con i fondi rivenienti dal Programma Interreg Grecia-Italia IIIA 2000-2006: non è stato pertanto necessario utilizzare i 14 mln stanziati dal Ministero con la Legge n. 166 del 2002.

La speranza è allora che la città tutta si lasci dietro i retaggi del passato ed inizi finalmente a guardare al futuro con l’obiettivo di costruire qualcosa di positivo. Ché di macerie ne sono state lasciate già parecchie.

 

Andrea Pezzuto
Redazione
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