“Ogni professionista della Sanità, di qualsiasi sesso esso sia, deve ambire al massimo delle competenze ed al massimo della sua soddisfazione professionale; deve potersi formare investendo in se stesso, trovando il tempo di farlo, senza sentirsi in colpa ed avendo il sostegno in termini di strumenti, ma anche in termini di equità, eliminando tutti quei retaggi culturali che rendono prigionieri in un mondo che non ci appartiene”.
Con questa premessa esordisce Elena Marrazzi, responsabile del Coordinamento Donne FIALS, all’indomani dell’evento “Non solo donne”, che ha visto protagonisti al teatro Impero di Brindisi uomini e donne, coesi e portatori di un interesse comune. Un evento dal titolo provocatorio, proprio con l’obiettivo di attirare personalità straordinarie e provenienti da ogni settore politico, legale, sanitario e sociale.
Volti di donne – quelli che si sono succeduti sul palco dell’”Impero” – che hanno saputo egregiamente rappresentare le mille sfaccettature dell’essere donna nella società attuale, tra limiti e aspettative, ma anche volti di uomini che hanno sottolineato la straordinarietà delle colleghe donne con cui lavorano fianco a fianco ogni giorno.
“Saremo la voce di tutte queste donne lavoratrici in sanità” – commenta Marrazzi, riferendosi ad una platea vasta di circa il 70% di tutta la forza-lavoro, di cui solo il 3 % ha ruoli apicali. “La domanda sorge spontanea: non è immorale tutto questo? Le donne non partecipano affatto alla escalation della propria condizione professionale, condizione che perdurerà fin quando non saranno implementate le infrastrutture, per poter trovare una giusta conciliazione vita-lavoro. E per raggiungere tale obiettivo è evidente che bisogna investire nel welfare aziendale”.
“Motivo per cui – prosegue il Segretario Generale della Fials, Giuseppe Carbone – abbiamo presentato ai vertici aziendali un progetto di potenziamento del welfare, finalizzato all’istituzione di un asilo nido aziendale, di cui mi faccio garante di una parte del finanziamento economico. La riorganizzazione dei luoghi e dei tempi di lavoro va di pari passo con l’evoluzione del modello tradizionale di famiglia, che vede la donna impegnata nel proprio percorso professionale e l’uomo più attento ai bisogni dei figli. Inoltre, la possibilità di poter seguire il proprio figlio, nei primi anni di vita, senza essere penalizzati nella vita professionale, rappresenta una significativa opportunità. Ecco perché l’asilo nido aziendale, sulla base di questi presupposti, deve essere, quindi, un luogo che entra a far parte del patrimonio aziendale in grado di mettere in relazione culture diverse: la cultura aziendale, la cultura familiare e la cultura dell’infanzia. Tutto ciò – conclude il segretario – comporta una progettazione attenta e condivisa per ottenere il benessere dei bambini, una migliore qualità della vita per le famiglie e una ricaduta positiva in termini di efficienza e d’immagine per l’azienda, oltre che un contenimento dei costi familiari”.
La Fials, in questa ottica, si pone da sempre come organo di rappresentatività votato a difendere i diritti dei lavoratori ed oggi soprattutto delle lavoratrici, tanto più perché è un sindacato che, tra le sue fila, conta tantissime donne, ognuna delle quali ha la sua storia, la sua sensibilità, le sue idee. Ed è sulle loro storie, le loro sensibilità, le loro idee che vogliamo puntare ed investire, perché certi che è proprio tra queste donne che possiamo trovare le risorse migliori. Concretezza, efficacia e risolutezza: queste le peculiarità che contraddistinguono le donne e che caratterizzano i nostro sindacato.