Dema, Fiom CGIL: “Chiediamo un’assunzione di responsabilità corale che salvi il futuro dei lavoratori e delle stesse aziende esistenti nel nostro territorio”

Si è tenuto in Prefettura il tavolo promosso dalla task Force regionale su invito unitario delle O.O. S.S. Al tavolo oltre al Prefetto, al presidente Leo Caroli a partecipato il sindaco Riccardo Rossi e il presidente della regione Puglia Michele Emiliano. Naturalmente di fronte ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali sedevano l’intero staff di DEMA con a capo l’ingegnere VAGHI ed il presidente di Confindustria Brindisi. Le presenze istituzionali stanno a significare l’importanza della crisi DEMA a Brindisi. Tutte le organizzazioni sindacali unitariamente hanno richiesto a DEMA esuberi ZERO. Quindi DEMA deve presentare un piano industriale dettagliato di un suo rilancio industriale scongiurando tagli di teste per gli occupati di DEMA E DAR, ma anche di prolungare la cassa integrazione per i lavoratori DCM, destinati a fine gennaio in regime di NASPI. Emiliano, ha dichiarato la sua disponibilità a sostenere i lavoratori e le aziende fattivamente, mentre il Sindaco ha invitato Vaghi ha presentare nel prossimo tavolo fra 20 giorni un piano di salvaguardia occupazionale del nostro territorio. Tutti compreso Confindustria hanno apprezzato la compostezza e la dignità dei lavoratori e dei sindacati che li rappresentano. La FIOM ritiene che l’incontro sia stato utile a scongiurare le frustrazioni e le apprensioni prodotte dall’annuncio di un piano TAGLIATESTE di 15 lavoratori in DEMA e di altri 23 in DAR ( per non parlare dei 58 lavoratori in cassa integrazione della DCM destinati a finire in NASPI). Naturalmente al tavolo ci sono state dichiarazioni di intenti da parte di DEMA a ricercare soluzioni positive, ma ad oggi non ci hanno dichiarato neppure una riduzione degli annunciati esuberi.ma la FIOM e tutte le O.O.S.S. qualora non ci fosse un rivisitazione del piano che eviti assolutamente gli esuberi ( che a mio parere non sono comprensibili in DEMA che aspetta l’arrivo di nuove macchine tecnologiche avanzate che fanno del sito di Brindisi punto di eccellenza, menchemeno in DAR dove i lavoratori sono chiamati abitualmente a fare straordinari continui per fare fronte alla richieste della committenza), saranno costretti a difendere i lavoratori, le loro famiglie e lo stesso territorio che non potrebbero sopportare assolutamente altre perdite di posti di lavoro che si aggiungerebbero a quelli di TECNOMESSAPIA, LEUCCI, TECNOGAL, e a tutto quello che potrebbe trascinare su Brindisi la crisi ARCELOR-MITTAL di Taranto. Quindi come FIOM chiediamo una assunzione di responsabilità corale che salvi il futuro dei lavoratori e delle stesse aziende esistenti nel nostro territorio in generale e nel comparto aereo spaziale in particolare.

ANGELO LEO
segretario generale
FIOM CGIL Brindisi

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1 COMMENTO

  1. Briciole:
    ecco i 50mln che diceva vaghi: Dema – Un fondo inglese e 50 milioni per ripartire_18 Novembre 2017: ha cercato di venderci lucciole per lanterna, e con ritardo pure
    Non mi sembra affatto che l’azienda, e nello specifico Vaghi, abbia dimostrato un atteggiamento responsabile; anzi ha parlato senza dire cose concrete, indicando con tempistiche di allineamento di due, cinque e addirittura di 10 anni. Siccome sto signore l’ho visto fuori, quando sono uscito dalla sala conferenze, non vorrei che non avesse inteso bene quanto detto da Vaghi. Oppure iu no giù capitu nienti. Ciao
    Basta con le false asserzioni, da parte dei più, che dichiarano falsamente di aver risolto le vertenze… basta accanirsi come sciacalli sulla ns. situazioni problematica e difficoltosa. Oltre al lavor, anzi, prima del lavoro, chiediamo RISPETTO
    Collega, proponi se al prox incontro fanno parlare te e me, e qualche altro collega.
    L’ingegnere Vaghi , Amministratore Delegato del gruppo Dema, ha confermato che il nuovo piano industriale partirà dal portafoglio ordini attuali che coincidono con quello che aveva Gse, di realizzare un programma di investimenti , di tenere conto delle esigenze del territorio e trovare gli strumenti adatti per evitare i licenziamenti che in modo particolare interessano gli 81 lavoratori in cassa integrazione. >>> Se Vaghi intendeva ciò, allora ero io a non aver sentito

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